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Il Vangelo del giorno – Lunedì 04 settembre

Lc 4, 16-30

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di ui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che avete ascoltato». […].

Contemplo

Essere figlio di Dio significa avere nuovi atteggiamenti, nuove abitudini, nuovi costumi, usi, sentimenti, reazioni.
Lo abbiamo visto già in Rm 12,2:
“Trasformatevi rinnovando la vostra mente” per discernere ciò che piace a Dio, la sua volontà. “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo”, cioè: non agite come tutti gli altri che ricercano il proprio tornaconto, interesse, comodità. Altra è la nostra vita, l’unica che crea l’uomo vero, la donna vera, che forma quella civiltà dell’amore senza la quale la terra è “un’aiuola che ci fa feroci”, un luogo di combattimento di  belve. Non siamo noi a darci da fare; è la gloria del Signore che si riflette in noi. Da un certo punto in avanti non conta più principalmente il nostro sforzo, la nostra ascesi, la nostra resistenza al male.

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Commento al Vangelo di oggi

All’inizio del suo ministero pubblico Gesù accoglie il passo di Isaia come senso della sua mis­sione.
Si tratta della promessa di una liberazione, rivolta soprattutto ai poveri e agli ultimi, agli “scartati”. Il volto di Dio che Gesù è venuto a rivelare è quello di un Padre che vuole porre fine alle situazioni inumane, al male che sfigura l’uomo, le cui vittime sono soprattutto i più deboli. La vita di Gesù, il suo operare e insegnare, amare, soffrire e morire, si possono interpretare proprio attraverso le parole profetiche di Isaia: una battaglia per la vita, per la liberazione da ogni principio di morte, sia esso la malattia, il male, le tenebre, l’esclusione, la falsa immagine di un Dio punitivo e a sfavore dell’uomo.

Nella fede per noi oggi si compie la parola di Gesù!

   

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