Mt 13, 31-35
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Parola del Signore
Contemplo
Noi esseri umani siamo segnati da una tristezza infinita, siamo tormentati da un’angoscia primaria, come la chiama Freud, che è poi la sensazione di essere gettati in una condizione esistenziale senza vie di uscita, a parte la morte. Cosa ci può tirare fuori da tanta sofferenza? Il salmista cento volte grida: Aiuto! Salvami, Signore! Noi possiamo solo chiedere aiuto, e aprirci al dono della salvezza. Cristo è sceso fino nell’abisso della nostra separazione disperante, dentro le rocce quaternarie del nostro peccato, sfondandole e aprendole da sotto all’abisso del Cielo. Per cui anche noi oggi possiamo in quell’abisso morire a noi stessi, e sperimentare la riconciliazione con la vita. La Croce, la nostra morte all’ego che ci separa, è l’unica chiave per sperimentare l’amore infinito di Dio fin dentro la carne della nostra angoscia mortale.
Commento al Vangelo di oggi
Il regno dei cieli è simile…
A un minuscolo seme, che diverrà casa sicura per chi non ha dove posare il capo: un maestoso albero, radici nella terra, rami al sole, sicurezza per gli uccellini, ospiti felici che rallegrano il cielo. Un pizzico di levito, che lavora nascosto nell’impasto morbido della farina, senza tanto strepito, dà forza alla pasta perché cresca e si faccia pane profumato per la gioia di tutti. La profonda umiltà è ciò che rende possibile la presenza tra noi del regno dei cieli, il sogno di Dio. L’umiltà di quanti lavorano in silenzio e con semplicità al fianco d’ogni uomo; di quanti gettano i semi del regno piangendo con chi è nel pianto, rallegrandosi con chi è nella gioia.