Lc 4, 16-30
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che avete ascoltato». […].
Contemplo:
Dichiararsi cristiano sembra essere fuori moda. Pare una cosa per ingenui, deboli, illusi che si aggrappano a una tradizione e non vogliono vedere la realtà, né sanno camminare con le proprie gambe. E verrebbe voglia di mollare, di dire basta, di spegnere una volta per tutte quel labile lume di speranza che ci abita e rassegnarci infine a esser esuli nell’universo, senza nessuno che ascolti il nostro passo. Padroni o schiavi del nostro destino?
Invece poi apriamo gli occhi e riceviamo bellezza, guardiamo in alto e ci sono le stelle. Sentiamo e forse non sappiamo spiegare, ma va bene così (che possiamo fidarci, affidarci, sperare).
Sentiamo che siamo figli di Dio. Senza limiti. Senza paura.
Commento al Vangelo di oggi:
Si avvicina per Gesù il tempo della passione, della condanna decisa dai capi del popolo, l’ora del dolore, della morte sulla croce.
Il maestro prepara i discepoli ad accettare quanto sta per accadere, ma, di fronte all’annientamento che lo attende, Pietro si ribella diventando tentatore e Satana.
Allora Gesù ri chiama il discepolo a seguirlo sulla sua stessa strada, gli spiega il senso dell’andare dietro a lui. Occorre rinnegare se stessi, il proprio egoi smo e orgoglio, per offrire il proprio corpo co me sacrificio vivente gradito a Dio.
Non si tratta di un dolorismo distruttivo, ma della conversione operata dallo Spirito per cui si discerne la volontà di Dio nel fuoco dell’amo re che dona di perdere la vita come Gesù.