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Il Vangelo del giorno – mercoledì 13 settembre

la luce

Lc 6, 20-26

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Contemplo

Desiderare significa concentrare tutte le proprie energie nella tensione verso qualcosa o qualcuno che sentiamo sempre più centrale nella vita, il nostro tesoro, ciò che ci dà senso e bellezza. Credere è un modo di desiderare, il più alto ed efficace: vuol dire desiderare Dio, fino al punto di volere i suoi stessi desideri o di desiderare come lui desidera, proprio come fa Gesù, la cui gioia è fare ciò che è gradito al Padre. Per questo il cristiano è uno che ha imparato a evangelizzare i suoi desideri, ed evangelizzandoli non solo li purifica, ma li moltiplica, li rende più intensi e luminosi, più divini e anche più umani. Un cristianesimo senza desideri, invece, è sterile e fatto solo di osservanze più o meno subite, triste e pure brutto a vedersi, sempre meno attraente e convincente.

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Commento al Vangelo di oggi

Il tuo sguardo è su di me, Signore, mentre proclami: «Beati i poveri»; cosa vuoi dirmi? Nei tuoi occhi vedo volti e storie di uomini e di donne, la crudezza del vivere, la malattia in solitudine, la miseria di chi ha perso il lavoro e rischia di perdere la dignità. Vedo lo sconforto, la tristezza, la rabbia; non sono astratte, appartengono a volti che mi sono accanto, e sento la tua parola stridere. Ma il cuore capisce: beato chi si mette dalla loro parte, mostra una speranza, porge una mano che solleva, si fa fratello. Beato chi si impegna a costruire un mondo un po’ più giusto e solidale, chi combatte le ingiustizie e contro di esse alza la sua voce. Beato il discepolo che farà sua la mentalità del Maestro e soccorrerà il debole rendendo presente il regno anche se dovrà pagare di persona.

   

il Podcast di don Luciano

 
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