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Il Vangelo del giorno – venerdì 15 settembre

dolore e preghiera

Lc 2, 33-35

In quel tempo, il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione — e anche a te una spada trafiggerà l’anima —, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

Contemplo:

C’ è qualcosa di grande, nel sapersi fratelli: è un legame speciale, che resiste alla fatica del vivere e del sapersi anche umani. Il difficile è saperlo — volerlo – riconoscere, perché poi come si farebbe a non amare?
Scorgere nell’altro la scintilla divina, aprirsi all’incontro senza giudizio, alzare le mani in segno di resa e offrire l’abbraccio: cambia davvero, la vita, quando si riesce a vedere. Non è un’abilità acquisita una volta per tutte.
No: è lotta tenace con il nostro demone, quello che ci pone costantemente al centro del mondo e ci fa re e regine di un regno di polvere.

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E a liberarci è proprio l’altro, il fratello sconosciuto che ci tende la mano.

Commento al Vangelo di oggi:

Le parole di Simeone sono oscure e per certi versi di difficile interpretazione, soprattutto per la giovane Madre di Colui che è la luce del mondo.
Eppure, Maria comprende nel suo cuore che la sua esperienza sarà strettamente legata a quella del figlio e che la sofferenza di lui sarà anche la sua sofferenza. È la spada del rifiuto e del dolore, che servirà a far scendere sulle generazioni dei credenti, lungo tutta la storia, la rugiada della grazia e del perdono di Dio.
Ancora oggi Maria è al tuo fianco, quando la spada della sofferenza e del dolore penetra profondamente nella tua vita togliendoti persino la forza di sperare. È allora che la Madre si fa vicina a te, e ti prende per mano conducendoti dalla tenebra del dolore alla luce della pace.

   

il Podcast di don Luciano

 
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