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Atti degli apostoli: Cap. 5 – Che c’è di male nello sbagliare?

Nel cap.4 abbiamo trovato Pietro e Giovanni davanti al Sinedrio e ora…

coerenza

[1]Un uomo di nome Anania con la moglie Saffira vendette un suo podere [2]e, tenuta per sé una parte dell’importo d’accordo con la moglie, consegnò l’altra parte deponendola ai piedi degli apostoli. [3]Ma Pietro gli disse: «Anania, perché mai satana si è così impossessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del terreno? [4]Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e, anche venduto, il ricavato non era sempre a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor tuo a quest’azione? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio». [5]All’udire queste parole, Anania cadde a terra e spirò. E un timore grande prese tutti quelli che ascoltavano. [6]Si alzarono allora i più giovani e, avvoltolo in un lenzuolo, lo portarono fuori e lo seppellirono… continua

5,1-2 “Un certo Anania vendette il suo campo, ma tenne per sé ‘una parte dei soldi ricavati… e sua moglie era d’accordo…”
Questo furbo non si rende forse nemmeno conto della gravità di quello che ha fatto.

Perchè per la Parola di Dio è così grave un gesto di questo genere?
In fondo Anania presenta una somma come valore di un campo mentre in realtà è il valore soltanto di una parte di esso. Perchè è così grave?

5,3 Pietro gli dice: Come mai Satana si è impadronito di te?…
Anania non è stato sincero verso lo Spirito Santo… Vuole imbrogliare la Chiesa di Dio. Tu tiri in giro lo Spirito Santo. ‘Fingi di essere un credente che si affida totalmente a Dio, mentre in realtà ti metti da parte l’assicurazione’, diremmo noi oggi.

Quando la menzogna diventa lo stile dei rapporti nella Chiesa, che ci va di mezzo è la Chiesa stessa.

Il peccato è contro lo Spirito. Non è soltanto contro le persone che fanno parte della comunità e sopratutto, non solo è una cosa grave, ma è stupida. Infatti:
5,4 ‘Pietro disse ad Anania: Il campo non era tuo? E i soldi non erano tuoi?…
Chi l’ha obbligato a farlo? Nessuno. E allora, perchè….? Che senso ha questa finta?…

“Tu non sei stato bugiardo verso gli uomini, ma verso Dio”.
Quando noi nella Chiesa ‘facciamo finta’ di impegnarci, noi siamo bugiardi verso Dio. Non solo verso gli uomini.

Questo richiama il salmo che dice: ‘Contro te ho peccato’, anche se nel peccare non hai pensato per niente, a Dio…!.
E’ meglio starsene in un angolo, piuttosto che far finta… Oppure dire: ‘Di quello che ho, ne do una parte’. Benissimo. Ne avanza anche…
Non dire “Non posso fare di più’ se non è vero…
Dà quello che ti senti di dare… e basta! Ma non farlo apparire quello che non è altrimenti, proprio nella comunità dei salvati attraverso la verità di Cristo, si fa diventare la menzogna lo strumento per vivere la verità. Menzogna e verità non possono stare insieme, la conseguenza sarebbe gravissima:

5,5 “Appena ebbe sentito queste parole, Anania cadde a terra morto”.
E quando arriva la moglie, che ripete la stessa storiella inventata col marito…
5,9 “Pietro le disse: Perchè vi siete messi d’accordo per sfidare lo Spirito…?”
Muore anche lei…

Saranno davvero morti sul serio, o questa è una descrizione ‘fisica’, di una realtà ‘spirituale’, di quello che avviene ‘dentro’? Perchè in effetti questo comportamento uccide spiritualmente chi lo fa proprio, e uccide la Chiesa…

Il vero dramma non è quando sbagliamo, è quando, dopo aver sbagliato, diciamo: ‘Che c’è di male?… È giusto così…’. Questo è il vero dramma.
Vuol dire che quel gesto sbagliato, non solo è uno sbaglio, ma è una scelta di vita che rivendichiamo e non può stare assieme al ‘Credo in Cristo‘.
Cosa ne deriva? Che il santo è colui che sbaglia cento volte al giorno così come chi fa scelte che gli impediscono di essere santo è colui che sbaglia cento volte al giorno. Non c’è differenza, negli sbagli, l’unica differenza è nel modo di viverli.

Il cristiano (0 il santo) è colui che sbaglia e, dopo ogni sbaglio, ci ripensa, si pente e ricomincia l’impegno.

Colui che non può essere salvato è colui che sbaglia e, dopo ogni sbaglio, dice: ‘Ho fatto bene’. Oppure nega di essere stato lui, o ne dà la colpa agli altri…

Il grave non è il male che facciamo, ma il come lo viviamo. L’atteggiamento di fondo nel quale ci rispecchiamo.

Provate a pensarci: quali sono, oggi, queste ‘menzogne allo Spirito’ nella nostra comunità cristiana?
Oggi esistono dei cristiani che, nel progetto di Cristo, non erano previsti.

Il cristiano che non solo non conosce la Parola di Dio, ma che addirittura pensa sia suo diritto non conoscerla…
Quello che io chiamo: il cristiano all”Hamm, pappa buona!”. Quello che pretende che sia il prete a pensare per lui. Quello che si accontenta di ricette belle e fatte… Chi pretende di credere, ma col diritto di non usare la testa.

È un tipo di cristiano che nel NT non esiste neanche come ipotesi però di fatto è venuto, storicamente, come conseguenza – io credo – del battesimo generalizzato dato ai bambini…

Io penso che nelle prime comunità cristiane non si possa ammettere questa ignoranza… allora c’era ignoranza circa il cosa volesse dire vivere da cristiani nel concreto di ogni giorno, perchè l’esistenza cristiana era tutta da inventare, ma non l’ignoranza sul bisogno di verità nell’atto di fede..

5,12-42 Miracoli e persecuzioni

È una sezione molto bella.
L’immagine che ne vien fuori sembra quasi il gatto che si morde la coda. Quasi un cerchio che sembra chiuso, ma in realtà è aperto a prospettive sempre nuove.

Inizia con i miracoli degli apostoli, che creano astio e diffidenza nelle autorità ebraiche. Inizia con l’arresto degli apostoli che poiengono liberati e riprendono a predicare. Vengono arrestati di nuovo, vengono processati, vengono bastonati. Gli viene ingiunto di non più predicare e poi se ne tornano a casa e riprendono a predicare. Per cui alla fine è come se non fosse successo niente…

Però con ‘un qualcosa! che nel frattempo si è insinuato dentro, e che dà una prospettiva totalmente nuova. Che cosa? Lo troviamo in:

5,41 “Gli apostoli uscirono dal tribunale e se ne andarono tutti contenti perchè avevano avuto l’onore di essere maltrattati a causa del Nome di Gesù”.
Per questo sono contenti, pieni di gioia e notate, sono gli stessi apostoli che pochi mesi prima si erano comportati molto diversamente.

Per farci un’idea del cambiamento vediamo alcuni passi:

— Mc 14,50 È il racconto dell’arresto di Gesù: ‘Allora i discepoli Io abbandonarono e fuggirono tutti.
– Mc 14,66-68 È Pietro nel cortile del Sinedrio: ‘Ma Pietro negò e disse: Non conosco quell’uomo… Scappano… Rinnegano
— Gv 20,19 È la sera di Pasqua. Gesù è già apparso alla Maddalena e ad alcuni discepoli. Han già sentito varie notizie… Eppure… .. I discepoli se ne stavano con le porte chiuse, per paura dei giudei… Scappano, rinnegano, sono pieni di fifa…

Le stesse persone, pochi mesi dopo: ‘Se ne andarono contenti per l’onore di essere maltrattati! È cambiato qualcosa in loro… Realmente lo Spirito Santo gli fa vedere la vita in un modo nuovo, diverso.

Il credente è questo: colui che, prendendo sul serio lo Spirito e vede quello che gli capita con gli occhi di Cristo. Anche se i problemi ci sono ancora, li vede in un modo diverso per cui le stesse difficoltà diventano (o sono viste come) occasione di testimonianza, più che problemi da superare, o fatti che riempiono di paura… Questo ci riporta a:
5,27-29 Il Sommo Sacerdote disse: Vi avevamo espressamente proibito di parlare nel nome di quell’uomo… Voi volete far cadere su di noi la responsabilità della sua morte…’.
Siamo dopo il secondo arresto, è stato il Sinedrio a volere la morte di Gesù… ma non accettano di sentirselo ricordare… Succede spesso, no…? Quante volte ci capita di voler far qualcosa a tutti i costi. Sbagliamo. E quando siamo costretti a morderci la coda… cerchiamo di dare la colpa ad altri…

“Pietro e gli apostoli risposero: Si deve obbedire prima a Dio che agli uomini’.
È la stessa affermazione che abbiamo trovato in 4,19. Il cristiano è uno che obbedisce alle leggi.
Ma se la legge è contraria alla sua coscienza, obbedisce alla coscienza e non alla legge.L’obiezione di coscienza nasce qui e non perchè non si vuole obbedire alle leggi, si vuole essere rivoluzionari… Il cristiano è contento di essere cittadino. È contento di far parte di una società. È disposto ad osservare tutte le leggi. Finchè le leggi della società… non vanno contro la sua coscienza. Quel giorno obietta.

In che modo? Rifiuta di eseguire la legge. E accetta la punizione che ne deriva.

È in questo modo che i cristiani, nei primi secoli, han cambiato l’impero romano. Non hanno fatto gruppi di pressione per cambiare le leggi e renderle favorevoli alle loro convinzioni. Hanno accettato di subire la conseguenza del rifiuto di leggi che erano contrarie alla loro coscienza.

È in questo momento che troviamo l’intervento di Gamaliele, al quale abbiamo già accennato. Gamaliele era un grande rabbino. Oggi lo descriveremmo come un titolare di cattedra universitaria, un grande teologo. Era il maestro di Saulo, che poi diventerà Paolo.
Egli è ebreo, è fariseo, è d’accordo col Sinedrio nell’ammazzare Cristo, è d’accordo nel far tacere gli apostoli però… non ha venduto il cervello e a un certo punto riesce a far prevalere il buon senso esa la testa…

5,35-39 ‘Pensate bene a quello che volete fare con questi uomini… Non occupatevi più di questi uomini… Non vi capiti di combattere contro Dio.
È importante che quest’ultima frase sia detta da uno dei capi giudei ai capi giudei (ggi diremmo: da un uomo di Chiesa ai responsabili della Chiesa )perchè può succedere anche alla Chiesa di combattere contro Dio, quando non riesce a riconoscere Dio che opera in qualcosa che avviene al di fuori dei suoi programmi

Per noi è più facile riconoscere situazioni di questo genere nel passato. Opere che venivano da Dio e che sono state bloccate da uomini di Chiesa, in nome della fedeltà alla Chiesa.

Trent’anni fa il Concilio Vaticano II ha detto: Il vangelo non è esclusivo di nessuna cultura, ma va inculturato in ogni cultura. Ed è importante che questo avvenga…

È più difficile riconoscere la presenza dello Spirito nei fatti che succedono oggi… Ecco perchè il buon senso’ di Gamaliele va tenuto presente anche da parte nostra… come lui, non dobbiamo irrigidirci su posizioni preconcette ma usare la testa…

Domanda: Se uno è animato davvero dallo Spirito, ma non viene riconosciuto, a cosa serve il dono che ha ricevuto?
Risposta: Nei casi che abbiamo ricordato (come in tanti altri…) è servito agli interessati per diventare santi. Oggi questi casi servono a noi, come minimo, come controprove storiche dell’importanza dello stare attenti…

Domanda: Qual è il criterio base per verificare se tante cosiddette ispirazioni o rivelazioni vengono davvero dallo Spirito?
Risposta: Fondamentalmente la verifica si fa sul vangelo. Nessuna proposta o ispirazione dello Spirito può essere contraria a quanto Gesù afferma nel vangelo… Dio non può dare messaggi contradditori anche se non sempre è facile individuare subito questo collegamento.

È una cosa importante per noi, oggi, perchè c’è un grande rifiorire di gruppi e gruppuscoli ed è una ricchezza enorme, per la Chiesa. Però bisogna stare attenti che non scappino per la tangente, che non diventino chiesuole, sette, che non esasperino certi aspetti che, per sè buoni, se assolutizzati potrebbero portare ad esagerazioni…

 

   

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