Commento al Vangelo del giorno: 03 Maggio 2018 – Guardare a Dio
Il Vangelo di oggi: Gv 14,6-14
In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le Opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».
Contemplo:
Il Cristo vivo
Noi siamo convinti che è il Cristo vivo che molti nostri contemporanei cercano senza saperlo. È Cristo salvatore che essi attendono, per fare l’uomo nuovo e il mondo nuovo, infinitamente più belli, più grandi, più entusiasmanti di quanto non si possa immaginare. Da solo, l’uomo non può trovare i mezzi per salvarsi, e se cerca a livello di terra s’inganna, e perde il suo tempo. Noi crediamo solo a ciò che la rivelazione ci insegna: Cristo è vivo e vivente, non c’è salvezza in alcun altro. L’esperienza dei nostri fallimenti comincia anch’essa a dimostrarcelo, e attraverso questa esperienza è lo Spirito Santo che si esprime e ci invita.
Commento al Vangelo del giorno:
Se l’uomo guarda se stesso non trova che motivi di angoscia e di turbamento; ma basta che guardi a Dio e confidi in Lui perché l’angoscia scompaia improvvisamente. La fede e la confidenza danno ai discepoli del Signore la forza di superare tutte le difficoltà della vita, anche quando Cristo non dimorerà più visibilmente in mezzo a loro. Il cielo è la casa del Padre e quindi la dimora di Cristo. La morte di Gesù non è che un rimpatrio, un ritorno là dove era partito. Quella è la casa paterna non solo per Lui, ma anche per i suoi perché il divino Maestro afferma che colà ci sono molte dimore e che Egli va a preparare un’abitazione anche per loro. Tutti quelli che sono uniti a Cristo in questa vita terrena e provvisoria hanno diritto di cittadinanza in cielo. La via che conduce al Padre è Cristo. Le tre parole “Via, Verità e Vita”sono interdipendenti. Chi è nel Cristo possiede la verità sulla vita eterna, è sulla strada della vita, ha già un’anticipazione di quella vita di cui godrà un giorno nella pienezza. Anzi, Gesù è l’unica via. Cristo infatti è l’unico figlio del Padre celeste e quindi la divina manifestazione del Padre. Il risultato è la pace del cuore che è comunione con Dio e con i fratelli, è lo stato dell’uomo che vive in armonia con Dio, con se stesso, con il suo prossimo e con la natura.