Commento al Vangelo del giorno: 10 Gennaio 2020
Il Vangelo di oggi:
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?».
Medita:
Che cosa ci opprime, ci fa prigionieri, ci rende ciechi fino a non riconoscere il Signore nella nostra vita? Crediamo veramente che lui possa darci una vita nuova, liberata dalle schiavitù e rivolta all’essenziale, a ciò che conta davvero?
Commento al Vangelo del giorno:
Gesù torna a Nazaret dov’era cresciuto. Tutti lo conoscono, non è altri che il figlio di Giuseppe. Compie i gesti che ha sempre compiuto: al sabato va in sinagoga e legge la scrittura. Non c’è niente di nuovo, al di là della fama che lo precede al ritorno nel suo paese. Chissà cosa avrà fatto, lontano dalle sue radici. Ma quel rotolo aperto svela che è lui il Messia, inviato a portare una notizia che riempie di gioia: Dio è vicino, si è fatto uomo. È proprio Gesù, il falegname figlio di Giuseppe, che è venuto a portarci la liberazione, a ridarci la vista con gli occhi del cuore, a liberarci dalle schiavitù interiori delle passioni per fare della nostra vita un’opera d’arte. Com’è possibile? È un paesano come gli altri, si meravigliano i suoi concittadini. Che c’entra col passo del profeta Isaia? Il mistero di Dio entra in contatto con noi nella semplicità, spesso spoglia e ripetitiva, delle nostre giornate. Chiede di incontrarci e di fargli spazio pregando, e amando i nostri fratelli, soprattutto quelli che non sopportiamo, i nostri “nemici”. Troppe volte, forse, non lo riconosciamo, siamo come quei ciechi a cui è venuto a ridare la vista, prigionieri di abitudini e schemi mentali duri a morire, oppressi da fatiche, angosce o dolori che ci annebbiano l’anima. Ma Gesù è venuto proprio per accompagnarci oltre tutto questo, verso “l’anno di grazia del Signore”.