Commento al Vangelo del giorno: 13 Gennaio 2020 – Presenza sempre presente
Vangelo Mc 1,14-20: “Convertitevi e credete nel Vangelo”.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Presenza sempre presente meditazione di don Luciano Vitton Mea
Vide”. Prima di parlare Dio guarda. Gli uomini prima giudicano, poi parlano (spesso sparlano) in fine, se non vanno oltre, guardano. Dio è Colui che scruta e che conosce. Vedendo Simone e Andrea va oltre le apparenze, penetra nel loro cuore, comprende la fatica del loro lavoro, le fragilità e le debolezze che caratterizzano la loro esistenza. Questo sguardo così penetrante, diventa parola, voce suadente: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini». Tutta la nostra vita è visitata dallo sguardo di Dio. Quando sento nel Vangelo il verbo “vide” subito mi ricordo le parole del salmo 139: “Signore, Signore, Tu mi scruti e mi conosci. Quando mi alzo, quando mi siedo tu lo sai; Tu discerni da lontano i miei pensieri, i miei passi e il mio sonno Tu misuri e le mie vie ti sono tutte famigliari. Signore, Signore Tu mi scruti e mi conosci». Quando gli uomini mi guardano, quando il cigolio di una finestra cela uno sguardo furtivo, temo, ho paura. Lo scrutare di Dio invece è pieno di benevolenza, anzi, diventa presenza, ci rivela un atto d’amore, affettuosa predilezione. Lo sguardo di Dio ci avvolge come “Presenza sempre presente” (Carlo Carretto). Ci guarda con tutte le foglie del bosco, attraverso le nubi, nello sguardo velato di un moribondo. La sua voce ci sveglia al mattino nel canto degli uccellini, ci accompagna durante il giorno nel riso dei bimbi, nei ricordi annebbiati di un anziano, nel pianto dignitoso di chi soffre. Infine ci saluta la sera nel latrare dei cani o nello scricchiolio dei tarli che consumano lentamente il vecchio legno del letto. Tutte queste voci diventano un’unica voce in Gesù che ci chiama alla vita, ci rende più umani, ci fa diventare “pescatori di uomini” per aiutare l’uomo a riconoscere l’eterno che passa nel tempo.
Don Luciano