Commento al Vangelo del giorno: 17 Agosto 2019 – Io amo solo i bambini dice Dio
Sabato 17 agosto 2019 Gs 24, 14-29; Sal 15 Vangelo secondo Matteo (19, 13-15) |
Preghiera Iniziale
Signore, non si esalta il mio cuore,
né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi
né meraviglie più alte di me.
Io invece resto quieto e sereno:
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.
Israele attenda il Signore,
da ora e per sempre.
(Salmo 130)
Ascolta – Vangelo
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».
E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.
Medita
Il vangelo ci parla di bambini su cui si chiede l’imposizione delle mani da parte di Gesù, la sua parola benedicente, la sua preghiera. Questi piccoli sono appunto presentati in modo da evidenziare la loro condizione di dipendenza e di bisogno. Se proprio a costoro appartiene la realtà del regno, allora c’è una buona notizia per tutti perché la condizione umana, nel suo aspetto di fragilità, di vulnerabilità, d’impotenza, non è più segno di maledizione; essa è invece la carta d’ingresso per poter davvero conoscere il volto del Padre e vivere nel suo abbraccio.
Occorre imparare a ricevere, a confidare, rinunciando a ogni forma di autosufficienza; non è proprio questa la via che Gesù, il Figlio Amato, ha tracciato anche per noi?
Contemplo
Io amo i bambini, dice Dio. Voglio che rassomigliate loro.
Non amo i vecchi, dice Dio, a meno che siano ancora dei bambini.
Così non voglio che bambini nel mio Regno, è stabilito dall’eternità.
Bambini storpi, bambini gobbi, bambini rugosi, bambini dalla
barba bianca, ogni specie di bimbi che credete, ma bambini, solo bambini.
Non c’è da discutere, è decretato, non v’è posto per gli altri.
Amo i bambini piccoli, dice Dio, perché la Mia immagine in
essi non è ancora offuscata.
Non hanno sabotato la Mia somiglianza, sono nuovi, puri,
senza cancellatura, senza raschiatura.
Così, quando dolcemente Mi chino su loro, Mi ritrovo in essi.
Amo i bambini perché stanno ancora crescendo, perché stanno
ancora formandosi. Sono per strada, sulla strada.Dai grandi invece, dice Dio, non si può più cavar nulla. Non cresceranno più, non si formeranno più.
Sono bloccati.
Sono un disastro i grandi, dice Dio, si credono degli arrivati.
Amo i bambini alti, dice Dio, perché stanno ancora lottando,
perché commettono ancora peccati.
Non perché li commettono, dice Dio, Mi capite, ma perché sanno
di commetterli, e lo dicono, e si sforzano di non commetterli più.
Ma i grandi, dice Dio, non li amo, non hanno mai fatto male ad
alcuno, non hanno nulla da rimproverarsi.
Non posso perdonare loro nulla, non hanno nulla da farsi perdonare.
È penoso, dice Dio. Penoso perché non è vero.
Ma soprattutto, dice Dio, oh! Soprattutto! amo i bambini per
il loro sguardo. Lì leggo la loro età.
Nel mio Cielo non vi saranno che occhi di cinque anni, perché
non conosco nulla di più bello di uno sguardo puro di
bimbo.
Non deve stupire, dice Dio. Io abito in essi e Io mi affaccio
alle finestre della loro anima.
Quando vi trovate dinanzi a uno sguardo puro, Io vi sorrido
attraverso la materia.
Invece, dice Dio, non conosco nulla di più triste di occhi spenti in
una figura di bimbo.
Le finestre sono aperte, ma la casa è vuota.
Restano due fori neri, ma non più Luce; due occhi, ma non più sguardo.
E io sto triste alla porta, e ho freddo, attendo e busso. Ho
fretta di entrare.
E l’altro è solo: il bimbo.
Si ottunde, si irrigidisce, si dissecca, invecchia. Povero vecchio,
dice Dio!
Alleluia, Alleluia, dice Dio, aprite tutti, piccoli vecchi.
Il vostro Dio, l’Eterno risorto viene a risuscitare in voi il bimbo!
Affrettatevi, è tempo, sono pronto a rifarvi un bel viso di bimbo,
un sereno sguardo di bimbo…
Infatti Io amo i bambini, dice Dio, e voglio che rassomigliate loro.
(Padre Michel Quoist) Fonte: “Preghiere” di Michel Quoist, Ed. Marietti, 1954, (pag. 9 e 10)
Per Riflettere e Preghiera Finale
Gesù non ci chiede di avere una fede infantile, ma di aprirci ad uno sguardo capace di stupirsi, di accogliere il Regno […] La fede richiede una serenità che la vita ci toglie col passare degli anni, il diventare cristiani richiede un abbandono nelle braccia di Dio che ricorda molto l’addormentarsi sereno del bambino svezzato in braccio a sua madre. (Paolo Curtaz)
Signore Gesù, rendi limpidi i nostri occhi
perché sappiamo scoprire il tuo volto nei nostri fratelli e sorelle,
in particolare in tutti quei bambini che, in molte parti del mondo,
vivono nell’indigenza e nel degrado.
Bimbi privati del diritto a un’infanzia felice,
a un’educazione scolastica, all’innocenza.
Creature usate come merce di poco valore, vendute e comperate a piacimento.
Signore, ti preghiamo di avere pietà e compassione di questo mondo malato
e di aiutarci a riscoprire la bellezza della nostra e altrui dignità come esseri umani,
creati a tua immagine e somiglianza.
(Suor Eugenia Bonetti)