Vangelo di oggi

Commento al Vangelo del giorno: 2 aprile 2021- Si ode un pianto

Il Vangelo di oggi: Gv 18,1-19.42

croce-2Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto». I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

Contemplo:

E la Parola tacque
E la Parola tacque, prigioniera dell’ultimo silenzio. Abbandonato sulle braccia della croce vergognosa, dopo l’ultimo grido, entrasti nel silenzio. Mai silenzio fu più grande e tenebra più fitta! Si spegneva la luce, che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. Taceva la Parola, che disse e creò tutte le cose. Sospesa la terra attendeva e il cuore del mondo batteva nell’ansia della notte che prepara l’aurora…

Commento al Vangelo:

Venerdì di Passione. Dio muore. La Chiesa muta e smarrita, si raccoglie per alzare lo sguardo verso un uomo appeso ad una croce. Il Venerdì di Passione è intriso di sobrietà e silenzio. Si ode un pianto. E’ quello di Dio che singhiozza: “ Popolo mio che cosa ti ho fatto perché tu mi mettessi in croce?” (Mi 6,3) Un pianto inascoltato. Preso da se stesso, l’uomo non ascolta più Dio, intento a versare le proprie lacrime, chino sui propri guai. Allora come oggi Gesù reclina il capo e muore. Sono passati duemila anni. Dal suo fianco squarciato è nata la Chiesa. Certe situazioni di abbandono si ripresentano, e ci si chiede la ragione di tanto abbandono. Dove sono le cinquemila persone che egli ha sfamato, o quei malati che ha guarito o i tanti lebbrosi? E i suoi discepoli dove sono? Venerdì Santo: l’unico giorno in cui non si celebra la Messa: il grande Sacerdote, il mediatore fra il cielo e la terra, ha le mani inchiodate, sospeso fra cielo e terra. Crocifisso è Dio, spogliato e umiliato, un Dio che si regala per tutti: per gli atei, per i credenti della domenica, per i distratti, per quanti sono inchiodati alle proprie debolezze, per quanti crocifiggono i fratelli grazie al loro egoismo. Il dramma? Dio, che ha dato la sua vita, non riceve il tributo di gratitudine che gli è dovuto. Gesù chiede pure solidarietà. Non l’avrà da nessuno dei suoi interlocutori. Per portare la croce di Gesù, costrinsero un Cireneo. Nessuno, né della folla, né dei discepoli, si era offerto per Gesù. Le mani di tutti erano rimaste ferme, come rattrappite. Sono spesso gli “ estranei” a portare la croce.

 

   

il Podcast di don Luciano