Commento al Vangelo del giorno: mercoledì 28 Settembre – La forza rinnovatrice del Vangelo
Il Vangelo di oggi: Lc 9,57-62
In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada».
E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia».
Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
Contemplo: Vivere il dono reciproco
Riguardo alla comunione familiare mi sembra che la luce della carità di Maria richieda di ritrovare e sempre più evangelizzare – a tempo e fuori tempo– la carità coniugale e in famiglia, quale soffio ispiratore capace di motivare sia la risposta alla vocazione matrimoniale sia la fedeltà, ogni giorno nuova, all’alleanza sancita nel sacramento nuziale.
Senza un amore di gratuità, nutrito alle sorgenti della grazia, è impossibile poter vivere in continuità il dono reciproco che la vita di coppia esige e spendersi con sacrificio personale perché la vita della famiglia venga vissuta come luogo di libertà, di crescita, di verità.
La sfida della crisi dei rapporti coniugali e parentali non può essere affrontata e superata che mediante il ripetuto reciproco perdono e la sollecitudine della carità ispirata dal Vangelo.
Commento al Vangelo del giorno:
«Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
Possono sembrare dure le affermazioni di Gesù nei confronti di quanti lo vogliono seguire.
In realtà, occorre capire sino in fondo come sia decisiva la causa del vangelo, quanto sia essenziale per la riuscita della nostra esistenza, come ogni relazione personale, ogni affetto del cuore, siano effimeri senza la novità del Vangelo e la sua forza rinnovatrice.
Non si può essere con e per il Signore a intermittenza, o mettendosi parzialmente in gioco. Gesù ci presenta delle esigenze che non mortificano la nostra sensibilità umana ma, che al contrario, la radicano dentro un terreno di possibilità vera: quella della causa del regno, il vero futuro di tutti, che chiede una disponibilità radicale perché la posta in gioco è quella della salvezza nostra e altrui.