Commento al Vangelo del giorno: Venerdì 08 Luglio – Vivere in modo evangelico

Il Vangelo di oggi: Mt 10,16-23

agnelli in mezzo ai lupi

Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo.

Contemplo:

Chi è il primo?:
Che ci sia un’intelligenza stolta e persino folle non è difficile dimostrarlo. Quando un certo tipo di intelligenza genera presunzione, competizione, intolleranza, vuol dire che è diventata cecità. Si pone allora una domanda diabolica; è quella che i discepoli hanno sollevato per sapere chi tra loro dovesse godere di una supremazia rispetto agli altri: “Chi è il maggiore? Chi è il primo?” Porre questa domanda è già la sconfitta del regno di Dio. Perché vuol dire stabilire il principio che qualcuno- il più forte, il più abile, il più scaltro– abbia il diritto di dominare. Le parole del vangelo danno una risposta incrollabile: “Se vuoi essere il primo dovrai essere l’ultimo di tutti e il servo di tutti” (Mc 9,35).

Commento al Vangelo del giorno:

Vivere in modo evangelico, avere un cristianesimo che si vede, crea qualche contrasto, qualche difficoltà, ci rende sospetti, emarginati, criticati, disprezzati. Questa è stata anche la sorte di Cristo! E proprio per questo diciamo che è una sorte gloriosa, grande, invidiabile e suprema. Non è certo fare del vittimismo ragionare così, non è voler essere eroi attraverso il vangelo, ma è seguire con semplice fedeltà il primo grande testimone: Cristo Gesù, morto e risorto nella sua gloria. E’ bello patire qualsiasi cosa perché Cristo sia annunziato, e occorre domandarci se lo sappiamo sempre fare; se noi lo sappiamo sempre gustare. Domanda grande che, giorno per giorno, può avere il suo riscontro nella nostra vita, attraverso il concreto delle situazioni che sempre ci mette alla prova.