Il Vangelo di oggi: Lc 19,45-48
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
Contemplo:
Un volto nuovo:
L’Altro può far intendere il perdono che riconcilia. L’Altro può ricevere il perdono dato. L’Altro lascia presagire la presenza ma anche la necessità del Liberatore. Il Cristo ci chiede di perdonare, al prossimo che ci fa torto, fino a settanta volte sette…. Il perdono ci fa uscire dalla nostra solitudine, ci fa scoprire l’altro e la sua amicizia. Il perdono ci mostra un volto nuovo della solidarietà; guarisce la ferita, inflitta o subita, facendoci riconoscere e confessare il male commesso. In ogni essere, la bontà rimane intatta al di là del male che l’ha straziata; questa bontà reclama e offre perdono.
Commento al Vangelo del giorno:
“…Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo…”
Dio parla chiaramente, Gesù agisce con serietà, lo Spirito santo proclama la verità. Ma le nostre orecchie – meglio, il nostro cuore – sono pronte ad accogliere questo messaggio? Viviamo nel desiderio di incamminarci sulla strada di Dio? Oppure arriviamo anche noi a trattarlo come merce di scambio da cui ricavare profitto? Arriviamo anche noi a far dire a Dio cose che vengono dalla volontà nostra e non da quella del Signore stesso? Le tentazioni di un comportamento simile sono in agguato. La nostra debolezza, terreno fecondo per ogni tipo di trasgressione, può diventare anche il pegno della nostra redenzione; è sufficiente mettersi a disposizione della verità di Dio.