Vangelo di oggi

Commento al Vangelo del giorno: venerdì 9 Dicembre – La nostra felicità è la sua gloria

Il Vangelo di oggi: Mt 11,16-19

gesu discepoliIn quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile  bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”.
È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

Contemplo:

Lo sappiamo bene che noi non siamo Dio, eppure molte volte continuiamo a comportarci come se lo fossimo.
Dio di noi stessi. Capaci da soli di capire quale sia il nostro bene e il modo migliore per raggiungerlo. Quale sia la strada giusta su cui camminare. E ci scervelliamo anche, ci mettiamo d’impegno a escludere Dio dal suo ruolo, a volerci arrangiare da soli come se potessimo essere noi guida ai nostri passi.
Così inevitabilmente ci perdiamo, immersi nella confusione che siamo stati in grado di produrre e a quel punto, allora sì, ci ricordiamo di Dio e ce la prendiamo con lui, come se avesse colpa dei nostri fallimenti.
Meglio andare con ordine.
Lasciare a lui il primo posto e limitarci a seguirlo. Responsabilità sua dove vorrà condurci. Possiamo star certi che sarà solo per il nostro bene.

Commento al Vangelo del giorno:

Quante volte, Signore, mi dimentico dell’essenziale? Quante volte dentro di me nbrontolo, critico, prendo le distanze?
Apri i miei occhi perché io veda le meraviglie che tu compi intorno a me e in ogni creatura, in  ogni situazione.
Aiutami a vedere le opere buone compiute dagli uomini in tuo nome, al di là dei modi, al di là dei tempi e delle parole.
Fa’ che il mio cuore, i miei occhi, vedano e riconoscano la tua sapienza che costantemente opera.
Che io sappia sempre leggere la storia con le tue categorie, con un pensiero d’amore e di misericordia.
Che io non giudichi, ma ami; che io non brontoli, ma che sorrida ed accolga; che non mi lasci offuscare da parole vane o comportamenti vuoti, ma ricerchi la tua parola, lampada che illumina i passi, sapienza che guida la vita.

   

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