Vangelo di oggi

IL VANGELO DEL GIORNO – lunedì 10 LUGLIO

Mt 9,18-26 Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni ed ella vivrà.

In quel tempo, mentre Gesù parlava, giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse:
«Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.

Parola del Signore

Contemplo

Signore Dio, luce vivida e feconda, nulla in te è oscuro, nulla in te è morte. Tu dai vita a ogni creatura e provvedi il pane per ogni fame, disseti ogni arsura, sei pace per chi cerca il tuo volto e lo contempla nella nudità della propria carne. Signore, Dio della storia, senso compiuto di ogni nostro passo, tu sei la lode dei credenti, l’invocazione dei morenti, la vita nuova di ogni umano affanno. Non c’è miseria davanti a te perché tu rischiari ogni volto con la luce del mattino, ogni piaga con la luce gioiosa del Figlio tuo. Quanto è dolce abitare la tua casa, o Padre, il tuo servo la predilige. Tu sei benedizione perenne: ti benedico perché sei tornato a noi e non ci hai più lasciati in balia del nemico e ci custodisci con il calore del tuo Spirito.

Commento al Vangelo di oggi

In questo brano evangelico troviamo due verbi su cui porre l’attenzione: Gesù si “alzò” e “toccò”. Se ci soffermiamo sul primo vediamo che Giairo, uno dei capi della sinagoga chiede a Gesù di salvare la figlia ormai morta e Gesù risponde con un’azione iniziale: quella di alzarsi. Questo gesto denota in Gesù l’immediatezza della risposta. Egli ascolta la nostra richiesta, il nostro grido di dolore, di disperazione, che è anche un grido di speranza, data dalla fede che riponiamo nel Figlio di Dio: chiediamo di essere guariti, sanati. Gesù si alza, ci viene incontro, ci guarisce e nel guarirci, ci salva. Altro verbo è “toccare”. Solo toccando il bambino sperimenta, impara a conoscere; lo stesso vale per il nostro rapporto con Gesù: per conoscerlo dobbiamo “toccarlo”. Toccare è andare oltre il proprio limite, entrare in comunione e scambio con l’altro. La donna tocca il lembo del mantello di Gesù, Gesù tocca il suo cuore e la guarisce. “Il tocco” di Dio è il dono stesso della vita, avere fede significa farsi prendere per mano da Colui che ci risveglia: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà”.

 

   

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