Il Vangelo del giorno – Martedì 12 marzo
Vangelo di Giovanni 5, 17-30
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?».
Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse:
«Alzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”».
Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai
Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
Contemplo:
Seduto ai bordi della speranza, impotente a immergersi nella vita, deluso dagli altri e spesso anche dalla religione: questo è l’uomo di oggi, di sempre, che Cristo viene a cercare lì dove si trova, paralizzato dalla sofferenza, dal peccato o dalle circostanze. Gesù semplicemente chiede: «Vuoi guarire?».
Domanda ovvia, forse, ma tale da esigere una risposta personale che rinnova interiormente e fa sentire la grande dignità dell’uomo: la sua libertà e responsabilità.
Poi, ancora semplicemente, dice: «Sei guarito: va’…».
Non per vane ritualità o per mezzo di una qualsiasi acqua terapeutica, ma per la potenza della parola di Dio, che ricrea, spezza i legami che imprigionano. È nulla, infatti, la paralisi del corpo: vi sono i legami ben peggiori che avvincono il cuore nel peccato.
Per questo Cristo ha lasciato alla Chiesa l’efficacia della sua Parola e della grazia che sgorga come fiume dal suo costato aperto: acqua viva del lavacro battesimale, che rigenera e fa nuovo l’uomo peccatore; acqua viva delle lacrime di pentimento, che lo Spirito suscita per sciogliere da ogni vincolo di colpa l’uomo penitente; sangue sparso da Colui che fu perseguitato a morte per aver portato al mondo la salvezza di Dio.
Commento al Vangelo di oggi:
Sì! Signore, lo voglio. L’alternativa è continuare a sopravvivere ai margini del mio quotidiano, sognando uno pseudo salvatore che mi possa aiutare, rassegnato alla mia triste sorte e incapace di desiderare un futuro diverso.
La tua domanda, Signore, risveglia in me la fame di vita piena e l’anelito sincero ad accogliere il tuo dono. Perciò acconsento e mi apro grato e riconoscente all’irrompere della tua grazia che fa di me una creatura nuova.
Sì! Voglio guarire, Signore, e mi rendo disponibile a collaborare con te affinché ciò si realizzi: tu non compi prodigi senza il mio assenso, senza la mia fattiva adesione. Tu riplasmi il cuore umano con la tua potenza creatrice, come il giorno della creazione. E allora trovo la forza e la gioia di rialzarmi e di rimettermi in cammino.