Il Vangelo del giorno – Martedì 14 novembre
Vangelo di Luca 17, 7-10
In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Contemplo:
Una domanda, che noi ripetiamo tante volte: « Fino a quando, Signore? Fino a quando? ». Ogni dolore reclama una liberazione, ogni lacrima invoca una consolazione, ogni ferita attende una guarigione, ogni calunnia una sentenza di assoluzione. « Fino a quando, Signore, dovrò soffrire questo? Ascoltami, Signore!»: quante volte noi abbiamo pregato così, con «Fino a quando? », «basta Signore!». Ponendo in continuazione domande del genere, i Salmi ci insegnano a non assuefarci al dolore e ci ricordano che la vita non è salvata se non è sanata. L’esistenza dell’uomo è un soffio, la sua vicenda è fugace, ma l’orante sa di essere prezioso agli occhi di Dio, per cui ha senso gridare. E questo è importante. Quando noi preghiamo, lo facciamo perché sappiamo di essere preziosi agli occhi di Dio. È la grazia dello Spirito Santo che, da dentro, ci suscita questa consapevolezza: di essere preziosi agli occhi di Dio.
Commento al Vangelo di oggi:
Dio vuole che noi viviamo e che viviamo bene, cioè in linea con i suoi insegnamenti, che sono per la vita e non per la morte. Tutto ciò non è un obbligo, ma un gesto d’amore disinteressato nei nostri confronti. Il Signore non vuole da noi che facciamo qualcosa che torni utile a lui; saremmo solo servi (schiavi) inutili, che non entrano mai nella vita del loro padrone. Eppure qualcosa di grande Dio lo chiede anche a ciascuno di noi: dobbiamo e possiamo essere suoi collaboratori nel grande disegno della creazione.