IL VANGELO DEL GIORNO – martedì 18 LUGLIO

Mt 11,20-24 Nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne e la terra di Sòdoma saranno trattate meno duramente di voi.
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi
precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Parola del Signore
Contemplo
O Signore Gesù, tu hai detto una volta: “Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv 14,9). Fa’ che anche di noi si possa, pur in misura minima, essere un riflesso del Padre celeste, un piccolo raggio di luce che emana dalla sua persona divina e così possiamo anche noi irradiare un po’ di bontà, di perdono, di speranza, di gioia, di fiducia e di servizio generoso verso gli altri. Ti preghiamo anche per coloro a cui arriverà questa nostra irradiazione, affinchè non tanto con le parole, quanto con la vita e le opere nostre, essi possano percepire la bellezza della vocazione cristiana, della fede, della speranza e della carità di Cristo, e possano sentire il fascino della filiazione divina.
Commento al Vangelo di oggi
Il rimprovero di Gesù a queste città, fra le prime a incontrare il suo annuncio e la sua opera, nasce da un rischio nel quale tutti possiamo inciampare: l’abitudine. Gli abitanti di queste città hanno ridotto la loro fede in rituali e precetti; adesso sono incapaci di vedere nei segni che opera Gesù la novità di Dio per loro, perché vivono la fede come un fatto abitudinario. L’abitudine è nemica dello stupore, non ci permette di cogliere l’originalità dell’azione dello Spirito Santo nella nostra vita. Guai a noi quando riduciamo la fede soltanto al rispetto delle tradizioni, ma poi non ci lasciamo provocare dall’annuncio del Vangelo, permettendo all’azione di Dio di convertire il cuore. Il Signore passa ma non lo riconosciamo, perché abituati a vederlo altrove.