IL VANGELO DEL GIORNO – martedì 2 MAGGIO
Gv 10,22-30 Gesù si dichiara Figlio di Dio
Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d’inverno. Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando terrai l’animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza; ma voi non credete, perché non siete mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Parola del Signore
Contemplo
Ci troviamo anche noi, non poche volte, o Signore, tra coloro che non desiderano essere troppo guidati da te. Vogliamo sfuggire al tuo gregge e restare aggregati al gregge che cammina senza meta e senza speranza. Illuminaci, o Signore, perché comprendiamo che tu sei la luce, tu la guida, tu la via. E illuminaci perché comprendiamo che entrare nel tuo gregge è metterci sui sentieri della vita, sentieri che tu solo conosci perché sei disceso dal cielo per indicarci la via che porta al cielo.
Commento al Vangelo del giorno
Il maestro attesta di conoscere le sue pecore, ed è una conoscenza che si basa su una relazione di amore: egli chiama i suoi per nome, li chiama a partecipare al dono della salvezza. Le pecore ascoltano e riconoscono la voce del loro pastore, cioè, i veri discepoli; non si limitano ad obbedire e ad osservare delle regole ma instaurano un rapporto profondo e personale con il Maestro. Gesù stesso attesta che ci ama in modo totale, e che nulla potrà allontanarci dal suo amore. Non solo, anche il Padre è inserito in questa dinamica di amore. Il Figlio e il Padre sono in perfetta sintonia. Giovanni vuole sottolineare alla comunità che la salvezza si coglie essenzialmente nei rapporti tra le persone. L’immagine del gregge indica non quelli che passivamente vanno dietro al pastore, ma coloro che seguendo Gesù imparano a stare insieme, a cercare e raggiungere la salvezza, a realizzare una comunità capace di relazioni, dove è possibile educarsi all’amore per rendere visibile il Regno di Dio.