Il Vangelo del giorno – Martedì 26 dicembre
Vangelo di Matteo 10, 17-22
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome.
Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».
Contemplo:
La notte può essere particolarmente dura e angosciante. Penso a chi è in ospedale. Il tempo sembra perdere le lancette e il giorno non arrivare più. A chi soffre di insonnia. A chi si sveglia di soprassalto nell’ora del lupo. L’ora della notte in cui tutto appare tinto di nero. In cui la realtà perde le sue proporzioni e piccoli problemi diventano montagne.
L’ora in cui “il lupo” ringhia con sensi di colpa e accuse. L’ora in cui si risveglia la sfera più animalesca, legata alle pulsioni, agli istinti che di giorno sonnecchiavano… Quando di notte non riesci a dormire, prova a richiamare anche solo la melodia di questo pacificante canto. Ti aiuterà a rasserenarti, ad ammansire anche il lupo più aggressivo e a farti così trascorrere una “santa notte”.
Sperimenterai che in fondo a ogni notte ti attende un bagliore di luce.
Commento al Vangelo di oggi:
A noi sembra strano l’accostamento che la liturgia ci propone fra la gioia stupefatta del Natale udì Gesù bambino e il natale al cielo di Stefano, il primo martire, crudelmente ucciso da una tempesta di sassi scagliati contro di lui. Eppure il suo martirio è eloquente. Ci mostra che seguire Gesù non è uno scherzo.
Si tratta di abbracciare una strada diretta per la gloria dei cieli che passa dal perdono e da un cuore puro, reso di nuovo innocente e disarmato anche di fronte all’odio più feroce.