Vangelo di oggi

Il Vangelo del giorno – Mercoledì 25 ottobre

Luca 12, 39-4

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

Commento al Vangelo di oggi:

Il brano di vangelo odierno continua la riflessione sull’importanza di essere vigilanti e pronti. La venuta del Signore è certa, ma non conosciamo il giorno né l’ora; è quindi necessario vigilare, restare in un’attesa consapevole ed attiva. Questo comporta svolgere i propri compiti, fare il proprio dovere fino in fondo. Non ci è chiesto di fare altro da ciò che possiamo e dobbiamo fare, ma di restare nella consapevolezza di un oltre e dell’Altro. Anche quando sembra assente, lontano, silenzioso, il Signore non ci abbandona. Siamo chiamati ad operare per il bene, a servire i fratelli, a collaborare nella realizza­zione del Regno, custodendo la consapevolez­za della sua presenza, del suo venire per rima­nere con noi.

   

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