Vangelo di oggi

IL VANGELO DEL GIORNO – venerdì 23 GIUGNO

Mt 6,19-23 Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore,

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

Parola del Signore

Contemplo

“Signore, tu sei con noi nell’ora della prova”. Perdona ogni nostra vana gloria, Signore, perché possediamo il dono della fede e le capacità di servizio nel regno dei cieli quotidianamente: insegnaci a collaborare con gli altri servitori dell’evangelo nella beatitudine di quanti hanno fame e sete della tua salvezza. Signore, perdona  la nostra cupidigia di accumulare per noi stessi beni della terra e beni della spiritualità: insegnaci a condividere i doni nella beatitudine della povertà di cui lo Spirito Santo ci rende capaci. Signore, perdona i nostri sguardi cupidi e pessimisti sul quotidiano nostro e su quello che ci circonda: insegnaci la beatitudine dei puri di cuore che vedono il buono, traccia della tua bellezza e del tuo amore.

Commento al Vangelo di oggi

Nel 1988 offrirono a Santa Teresa di Calcutta le chiavi di una lussuosa villa nei pressi del Monte Argentario. Ero presente e do testimonianza di quanto ho visto e udito. Madre Teresa, mentre le stavano offrendo le chiavi della villa, con decisione rispose: “No! Non posso accettare questo dono perché non mi serve. E quel che non mi serve mi pesa!”. Quanto fanno riflettere queste parole! Questa è la Chiesa: un popolo con una ricchezza diversa da quella del mondo. La Chiesa, allora, è un popolo che non deve scommettere sul benessere mondano o sul successo della vita di quaggiù: penso a san Francesco d’Assisi , rivestito con l’abito dei mendicanti che sorride davanti a una cerimonia solenne di investitura di alcuni cavalieri a San Leo di Romagna nel 1213. E scuote il conte Orlando Cattani! E lo mette in cammino per diventare veramente “Chiesa”. Di conseguenza la Chiesa è un popolo che aspetta, è un popolo che sa che il più bello deve ancora venire, è un popolo che ha scoperto la vera ricchezza. Per questo in ogni Eucaristia la Chiesa grida la sua speranza dicendo: “Annunciamo la tua morte, Signore! Proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta!”.

   

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