11. Cammino quaresimale 2020: Va’ e reimmettilo a posto
Va’ e reimmettilo a posto
Così cominciò la sua discesa nel mondo. Va’ e rimettilo in ordine, il Padre gli disse. Allora è venuto e, come uno straniero, s’insinuò nel formicaio dei mercanti. Passò accanto alle baracche dove i prudenti e gli astuti offrivano le loro merci, vide le mani febbrili dei venditori rovistare tra tappeti e gioielli; udì le consorterie dei sapienti lodare le nuove invenzioni: modelli di Stati e di società, ricette per vivere felici, macchine volanti verso l’assoluto, trabocchetti e immersioni verso il nulla beato. Passò accanto alle statue degli dèi, noti ed ignoti, diede un’occhiata nelle riserve dello spirito, dove balle e botti si ammucchiavano a torre (giacché, fin dallo stadio animale, c’è nel sangue dell’uomo l’istinto alla sicurezza e al nascondiglio), alzò il sipario di certe locande, dove l’assenzio del sapere segreto offre l’accesso a inferni o paradisi artificiali. Salì sopra un monte, vide paesi, sentì ridere e piangere, notò in qualche alcova uomini e donne aggrovigliarsi furenti e nella stanza vicina gemere una partoriente; morti venivano portati fuori accanto a bambini che andavano a scuola. Venivano costruite città sulle ceneri di abitazioni precipitate, qui infuriava la guerra, là si stendeva sazia la pace; l’amore rideva di odio, e l’odio di amore crudele, fiori e marciume, vizio e innocenza crescevano disperatamente l’uno nell’altra e mescolavano inestricabilmente il loro odore. Un grande immenso rumore confuso di mille voci usciva dal turbinio, polvere e fumo vorticavano insieme, e tutto sapeva dolcemente di luridume e di corruzione. Nessuno conosceva il nome del Padre.
Hans Urs von Balthasar