Commento al Vangelo del giorno – 05 Giugno – Un grande profeta è sorto tra noi
Il Vangelo di oggi: Lc 7, 11-17
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
Commento al Vangelo del giorno:
Gesù interviene per risuscitare. Soffre con noi e dice: «Non piangere! ». È un gesto di benevolenza gratuita e di amore. La gente buona lo riconosce: «Dio ha visitato il suo popolo». Visitare, vedere, per il Signore significa guardare con vigilanza e preoccupazione. La presenza salvifica e gratuita di Gesù è la figura visibile dell’avvicinarsi invisibile di Dio, una presenza di trasfigurazion e risurrezione.
I passi del Vangelo dove Gesù compie dei miracoli o, come in questo brano, ridona la vita a un morto sono quelli che ci colpiscono di più, suscitano un provvisorio stupore ma poi, paradossalmente, diventano i più lontani, quelli che releghiamo in un passato che non ci appartiene, che liquidiamo con un semplice “beati loro”. Facciamo fatica a comprendere che Gesù oggi, come allora, cammina in mezzo a noi, per le nostre vie, fa sua la nostra storia, attraversa l’esistenza di ogni uomo che giace “quasi morto” o piagato ai bordi della strada o ai crocicchi delle strade. L’onnipotenza di Dio la colleghiamo sempre ai grandi eventi, a segni prodigiosi o ad apparizioni straordinarie che evocano arcani miracoli. E’ più difficile scorgere lo straordinario nell’ordinario, il miracolo nella quotidianità di alcuni eventi. Leggendo l’episodio che ci viene narrato da Luca noi crediamo fermamente che Gesù ha effettivamente risuscitato da morte il ragazzo della vedova di Nain, ma nello stesso tempo crediamo che ogni giorno, mosso a compassione, nostro Signore fa risuscitare in noi l’uomo nuovo, il meglio che siamo riusciti a conservare della nostra figliolanza, dell’antica effige fatta a somiglianza della Santissima Trinità. L’uomo, corrotto e sedotto dal male, perde la propria giovinezza, giace, come morto, sul lettuccio dei propri peccati, viene condotto dai demoni della cattiveria in una sorte di tomba dove l’oscurità ottenebra il cuore e la mente. Il giovane che Gesù incontra nella città di Nain sono io, se tu quando, lontani da Dio e coperti dalle piaghe del peccato, siamo portati verso l’abisso del nulla e della vanità; la Vergine Santa, Madre di misericordia e rifugio dei peccatori, piange per la nostra sorte, non si arrende all’idea che le nostre anime diventino come “una nube che svanisce e se ne va”. E si rinnova nel “nostro oggi”, nella mia e nella tua vita. il miracolo di Nain: “Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, alzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre”. La vita ricomincia a scorrere, il mesto corteo che ci accompagnava ad una tomba diventa un inno alla divina misericordia; in compagnia di Maria nostra Madre ricomincia il pellegrinaggio terreste che dalla città di Nain porta alla Gerusalemme Celeste.