Commento al Vangelo del giorno – 10 Settembre – Siate misericordiosi!
Il Vangelo di oggi: Lc 6,27-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Commento al Vangelo di oggi:
Gesù, con immagini ed esempi concreti, propone un atteggiamento di benevolenza, lo stesso con il quale Dio si rivolge agli uomini. Non scusa ogni torto e ogni tirannia né tantomeno chiede impunità per ladri, violenti, assassini, rapinatori e ogni sorta di malfattori. La bellezza della parola di Gesù orienta verso l’autenticità della legge cristiana: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene» (Rm 12,21). Gesù muore per noi peccatori, non dà solo l’altra guancia, ma la stessa vita!
Nel discorso della montagna, nel mezzo delle Beatitudini si trova scritto: “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”. E allora mi sono chiesto: “Chi sono i misericordiosi? E che cos’è la misericordia?”. Per comprendere la profondità della misericordia di Dio dobbiamo percorrere l’impervio sentiero che conduce al luogo detto “del Cranio”; dobbiamo inginocchiarci, con Maria e l’apostolo Giovanni, sotto una croce da cui pende il mistero dell’amore, della follia di Dio che per salvarci muore come un malfattore tra due ladroni.
“Ricordati di me, Signore, quando sarai nel tuo Regno” (Lc 23,42). La misericordia è un ricordo, è Dio che nella sua Onnipotenza e Onniscienza non si dimentica dell’uomo, della sua creatura; che vede nel buio della cattiveria umana e sa scorgere una briciola di bene sepolta nel cuore di un ladrone. Ci sono due modi di conservare un volto, di ricordare una persona. Il ricordo, se è avvelenato dal risentimento, può diventare maledizione, chiusura, odio. Quando invece è illuminato dalla pietà diventa misericordia, perdono, beatitudine: “oggi sarai con me in Paradiso”. Dio, dalla cattedra della croce, ci insegna la pietà, un ricordo dell’uomo che diventa misericordia e perdono.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”. Beati coloro che, come il buon ladrone, sanno scorgere in Gesù Crocefisso la misericordia di Dio, sanno ricordare al Signore della vita che il Paradiso diventa più povero se manca un solo ladrone che sa morire accanto all’Unigenito Figlio di Dio. “Non dimentichiamo con facilità l’esempio del ladrone e non vergogniamoci di prenderlo come maestro, lui che nostro Signore, senza arrossire, ha introdotto per primo in Paradiso…