Commento al Vangelo del giorno – 12 Ottobre – Qui vi è uno più grande di Giona

Il Vangelo di oggi: Lc 11,29-32
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Commento al Vangelo di oggi:
La regina del Sud andò, dagli estremi confini della terra, fino a Gerusalemme per ascoltare la sapienza di Salomone. Questo significa che gli uomini di tutti i tempi e di tutte le latitudini desiderano conoscere, approfondire, imparare. Nel Vangelo Gesù ci avverte che nella sua persona vi è qualcuno di più grande di Salomone e noi faremmo bene a non perdere l’occasione di imparare da lui la via della vita, di ascoltare la sua parola e metterla in pratica per avere in lui la salvezza.
Le folle si accalcavano, ma Gesù sa bene che non sono mosse né da una vera voglia di istruirsi con le sue parole, né dal proposito di conversione, bensì dal banale desiderio di vedere un segno, magari qualche miracolo sorprendente. Sa anche che con questa disposizione superficiale, le sue parole saranno come il seme caduto sulle roccie. Come fare per aiutarli a cambiare disposizione? La storia di Israele offriva esempi abbondanti. Con personaggi che erano decisamente meno di Gesù (Giova e Salomone), i loro coetanei si erano convertiti oppure l’avevano ascoltato attentamente per imparare dalla sua saggezza. Non dovrebbero quelle folle fare altrettanto? Questo è il velato suggerimento di Gesù, che anche così rivela un po’ la sua identità profonda. Le cose non stanno diversamente per noi. Per credere a Gesù, la nostra generazione – talvolta noi stessi – cerca dei segni: la guarigione di qualche familiare, il benessere materiale, perfino qualche esperienza spirituale desiderata… ma la “malvagità consiste nel rovesciare l’ordine naturale: Gesù va cercato per se stesso, e non perché compie dei segni. Se quello che è desiderato direttamente sono i segni, allora essi non servono per far sorgere la fede in Gesù, e l’aspettativa insoddisfatta ci fa diventare malvagi.