Commento al Vangelo del giorno – 15 Settembre – Il dono più grande
Il Vangelo di oggi: Gv 19,25-27
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio! ».
Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
Commento al Vangelo del giorno:
Maria è esaltata nei Vangeli dell’infanzia. La profezia del dolore e della gloria è prevedibile per qualsiasi madre che pensa alla vita futura del figlio. Per Maria, però, c’è qualcosa di immenso: una spada indica la morte violenta e ingiusta, ma salvifica, di Gesù.
Maria soffrirà e sarà glorificata in comunione con Gesù. L’ingiustizia della condanna dell’Innocente e il profondo mistero della Croce sono vita e gloria per l’umanità, «causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono» (Eb 5,9).
I quattro Evangeli ci narrano il dramma della passione di Gesù e lo strazio della sua morte. Ma le sfumature dell’agonia cambiano da evangelista ad evangelista; Gesù, seppur in croce, non muore allo stesso modo quasi che gli Evangelisti volessero riassumere, in quel supremo momento, il rantolo di tutte le morti, l’angoscia di ogni singolo uomo. Per Marco e Matteo Gesù, morendo, emette un forte grido che squarcia il velo del tempio e sottolinea il peso della solitudine: “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato. Per Luca, invece, prima di “declinare il capo”, Gesù perdona coloro che lo stanno uccidendo e apre le porte del Paradiso al ladrone pentito: nessun grido, ma solo parole piene di misericordia. Per Giovanni, infine, nel momento supremo del distacco, Gesù dona a Giovanni il bene più grande: sua madre. Gesù, tra gli spasimi della croce, si preoccupata di donare, alle persone che ama, una nuova famiglia, delle nuove relazioni. La Vergine Addolorata, che noi oggi ricordiamo, è il dono più bello e più significativo che il Signore ci ha lasciato. E’ il dono supremo, l’ultimo, il più umano e significativo; potremmo definirlo il testamento terreno di nostro Signore Gesù Cristo. Nessun gesto eclatante, nessun miracolo o “lo scendere dalla croce, come ironicamente invocavano i giudei; solo poche semplici parole: “«Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa”.
Prendendo nella nostra casa la Vergine Addolorata permettiamo a Maria di trasformare le nostre lacrime umane in “lacrime divine”, il dramma dell’umana sofferenza in un momento di redenzione, il rantolo dell’agonia in porta e passaggio verso l’eternità.