Commento al Vangelo del giorno – 16 Settembre – la Sapienza è stata riconosciuta
Il Vangelo di oggi: Lc 7, 31-35
In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
Commento al Vangelo di oggi:
Giovanni il Battista propone il pianto della conversione a Dio, e Gesù, che mangia e beve come noi, è venuto a salvare la nostra umanità e porta a termine la conversione con la festa delle nozze nel regno di Dio. Quando Gesù ha detto: «Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati» ricordava i Salmi: «Hai mutato il mio lamento in danza Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra» (Sal 29,12; Sal 15,11).
Il ritratto che ne esce di Gesù da questo brano è quello di chi è molto infastidito e sfiduciato da tutti i brontolii e i giudizi che vengono dall’uomo. Sembra infatti dire: “Non vi va mai bene niente! Qualunque cosa io faccia per voi non siete contenti”. Ed in effetti tante volte ci comportiamo proprio così: come dei bambini capricciosi, sempre insoddisfatti e neghittosi. Il vangelo però non si chiude senza speranza, c’è un “Ma” che segna la differenza: “Ma la Sapienza è tata riconosciuta da tutti i suoi figli”. Perché in quanto Figlio di Dio Gesù è fedele al suo amore, a qualunque prezzo. Ed è questa fedeltà che ci apre gli occhi e rende sapiente il nostro cuore, capace, cioè, di riconoscerlo anche nei segni della sconfitta, della sofferenza e della morte. Mentre scrivo, sono passati pochi giorni dalla morte del Cardinal Carlo Maria Martini, perciò ricorro alla sua sapiente preghiera, perché anche se forse era parco di sorrisi amava intensamente la sacra Scrittura e la comunicava amandola: “O Gesù, tu che sei risorto, dona a ciascuno di noi di comprendere che tu sei l’oggetto ultimo, vero, dei nostri desideri e della nostra ricerca. Facci capire che cosa dentro le realtà che ci danno sofferenza. Aiutaci a vedere che noi cerchiamo te, pienezza della vita; cerchiamo te, pace vera; cerchiamo una persona che sei tu Figlio del Padre, per essere noi stessi figli fiduciosi e sereni. Mostrati a noi anche oggi in questa eucaristia, o Gesù risorto, perché possiamo ascoltare la tua voce che ci chiama per nome, perché ci lasciamo attirare da te, entrando cosi nella vita trinitaria dove sei col Padre l’unico Figlio, nella pienezza dello Spirito”. Sì, abbiamo bisogno di risorgere nella fede e di purificarla nell’amore.