Commento al Vangelo del giorno – 17 Marzo – Una catena di morte e di peccato

Il Vangelo di oggi: Mt 21,33-46
Ascoltate un’altra parabola: C’era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l’affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l’altro lo uccisero, l’altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l’eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l’uccisero. Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?». Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri? Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà». Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta.
Commento al Vangelo del giorno:
Occorre saper ringraziare il Signore per tutto ciò che compie in nostro favore. È un modo per ricordare che da soli non possiamo fare nulla (cf Gv 15,5) e che ogni grazia viene effusa su di noi da Dio (cf 2Cor 9,14). Il nostro stesso essere cristiani è caratterizzato da un continuo rendimento di grazie a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo (cf Ef 5,20).
“Pretendere di imporre ad altri con la violenza quella che si ritiene essere la verità, significa violare la dignità dell’essere umano e, in definitiva, fare oltraggio a Dio, di cui egli è immagine (Giovanni Paolo II)” . In questa frase possiamo trovare riflesse le ombre della parabola dei vignaioli omicidi, che uccidono piuttosto di consegnare il raccolto della vigna. E uccidono più volte, ed ogni volta è come se volessero giustificare il delitto precedente, inoltrandosi in una catena di morte e di peccato che umanamente nemmeno la giustizia riesce a riscattare: i morti sono morti. Solo il cuore misericordioso di Dio può essere tanto grande da inginocchiarsi davanti ad ogni peccatore e accogliere ogni nostra richiesta di pietà. È questo cuore la nostra via d’uscita, la luce dopo il tunnel, senza di esso nel nostro mondo non vi sarebbe che solitudine e disperazione. Occorre pregare senza mai stancarci e far spazio alla verità. Infatti Papa Benedetto XVI esprime la convinzione che, “dove e quando l’uomo si lascia illuminare dallo splendore della verità, intraprende quasi naturalmente il cammino della pace”.