Commento al Vangelo del giorno – 20 Marzo – Quando il cielo chiama
Il Vangelo di oggi: Mt 1,16.18-21.24
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.
Commento al Vangelo del giorno:
«Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio» (Sal 41,2). Il salmista descrive il desiderio intenso dell’anima che anela a Dio, suo Creatore e Redentore. Nessuna cosa creata sembra darle quella pace che spera unicamente da Dio. È il desiderio profondo di coloro che, tra le vicende del mondo, tengono gli occhi fissi su ciò che è Eterno.
C’è una canzone del cantautore Fabrizio De Andrè nella quale, riferendosi a san Giuseppe, fa emergere come nel suo cuore ci fosse il dubbio di un tradimento da parte di Maria, disciolto quando negli occhi della sposa ha veduto “la tenerezza d’un sorriso, un affetto quasi implorato“. Lo possiamo comprendere il suo dubbio, ma San Giuseppe ha saputo andare oltre, proteggendo Maria e Gesù, se ne è preso cura come un marito e un padre vero, premuroso. Di sicuro non è stato facile, ma si è fidato dell’angelo del Signore, perché quando il Cielo chiama non bisogna tentennare a lungo, bisogna agire con coraggio, buttarsi, nella convinzione che dietro la volontà di Dio c’è un disegno più grande e più completo. E il bello è che Egli non parte dalle nostre attitudini più splendenti, ma dalle nostre fragilità, dai nostri silenzi. Sì, Dio ci ha fatti di fango, perciò sa bene quanta acqua mista a terra ed aria abbiamo bisogno. E da lì ci innalza. Certo, non siamo angeli, ad essi vanno bene le ali, mentre, come dice Erri de Luca, “ad un uomo pesano. A un uomo, per volare deve bastare la preghiera, quella sale sopra nuvole e piogge, sopra soffitti ed alberi. La nostra mossa di volo è la preghiera“.