Commento al Vangelo del giorno – 24 Ottobre – Vedremo se porterà frutti per l’avvenire

Il Vangelo di oggi: Lc 13,1-9
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Commento al Vangelo di oggi:
Per combattere la paura di essere «tagliati fuori», come alberi improduttivi, «accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia a Gesù, l’apostolo e sommo sacerdote della fede per ricevere misericordia, trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno» (Eb 4,16; 3,1). È anche la spiegazione di san Pietro: «Il Signore non ritarda nell’adempiere la sua promessa… usa pazienza verso di noi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti possano accedere alla conversione»
“Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”. Questo monito del Signore, in apparenza tanto duro, è in realtà un invito a leggere “il tempo” che ci viene concesso come propizio, avvolto nei tenui colori della sollecitudine della divina misericordia. Che bello pensare che i giorni che mi vengono concessi, il tempo che mi rimane da vivere, il tratto che mi separa, lungo o corto che sia, dall’ultimo incontro sono per la salvezza e non per la dannazione. Se il Signore mi dona ancora un giorno di vita è solo perché non sono ancora pronto per l’abbraccio eterno, è l’ennesima opportunità che mi viene concessa, è per la mia salvezza. Quando Dio visita la mia vita la trova priva di frutti, proprio come il fico della parabola; la potrebbe tagliare e bruciare. Ma poi pensa tra se: “Gli darò ancora una possibilità; anzi, lo zappo e lo concimo, poi si vedrà”. Quando recito il rosario, i grani che scorrono veloci tra le dita, mi ricordano i giorni che passano, gli appuntamenti rinviati perché ancora acerbo e immaturo; mi ricordano la misericordia divina che non si stanca di concedermi altre opportunità, quel “lascialo ancora per quest’anno”. Tempo che scorri tra i sassi della mia terrena esistenza, tempo della divina misericordia, portami la dolce ebbrezza primaverile, preludio di nuova fioritura, di frutti maturi e succulenti. Frutti di buone opere.