Commento al Vangelo del giorno: 25 Novembre 2020 – Una vita nuova per il cristiano
Il Vangelo di oggi: Lc 21,12-19
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.”
Contemplo:
I fratelli:
Appartengono alla mia famiglia e hanno con me stretti legami di sangue. Essi dovrebbero essere i più amabili perché sono i più vicini al mio temperamento e quelli che sono stati modellati dalla stessa educazione. Eppure è così facile che nascano tra fratelli dei gravi ostacoli all’amore. Un vecchio adagio popolare dice: “Amor di fratelli, amor di coltelli.” Dove dovrebbe nascere l’amore più bello spesso si nasconde la serpe velenosa dell’odio. Il vero amore non fiorisce naturalmente e non nasce dal basso, ma viene dall’alto: è soprannaturale. L’amor vero, quello che fa fratelli e figli di Dio, è elargito dall’alto e conquistato dallo sforzo continuo che domina i propri istinti egoistici. Anche il mio fratello più buono non merita affatto l’amore che gli devo, perché gli devo tutta la mia capacità d’amare. Io li devo amare, pur conoscendo i loro difetti. Io li devo stimare oltre i limiti delle loro qualità, perché loro rappresentano il FRATELLO che le ha tutte. Non devo limitarmi a star con loro, perché invero la loro presenza attira la presenza di Dio.
Commento al Vangelo del giorno:
“Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome.”
Secondo la visione cristiana il tempo in cui viviamo è il tempo della testimonianza, nel quale il Signore ci invita ad essere apertamente testimoni del suo regno, anche a costo di sacrifici, di incomprensioni e di sofferenze personali. Il testimone non si perde nei meandri del “non so, non me ne intendo, non ho tempo”, ma interviene di persona lasciando altr occupazioni per offrire la propria persona a garanzia del suo messaggio. E’ questo il primo impegno del cristiano, che gli deriva dalla fede nel Signore Gesù che ha cambiato la sua esistenza. Il risultato finale di questa vita nuova, vissuta nella testimonianza del Cristo risorto, sarà la contemplazione del volto del Padre.