Commento al Vangelo del giorno – 26 Aprile – vi do la mia pace.
il Vangelo di oggi: Gv 14,27-31
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
Commento al Vangelo del giorno:
«Noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo» (Rm 5,1). «Egli è la nostra pace» (Ef 2,14). «Molto di più che pace delle armi o pace dei conflitti sociali, la pace di Dio è sinonimo di alleanza, è la pace che parte dal cuore, che è la gioia profonda di appartenere a Dio, di essere nella sua dolcezza e nella sua intimità» (Luigi Serenthà)
Sono giorni che mi chiedo come poter commentare questo vangelo. È facile infatti dire che con il Signore la storia umana prende un’altra piega, che la pace è più pace e che niente vince Gesù. In realtà, la gente ama ciò che il mondo offre e Gesù viene messo in lista d’attesa, dopo la salute, il denaro, il successo, la moda, la tecnologia. Allora, mi faccio aiutare da un testimone, la politica colombiana Ingrid Betancourt, trattenuta prigioniera per oltre sei anni da un gruppo di guerriglieri e narcotrafficanti. In una intervista ha raccontato: “…Non si può amare qualcuno che vi fa del male. Ma si può trovare, e io l’ho trovato in Cristo, un punto di appoggio, come un trampolino. Mi dicevo: “Per te, Signore, non dico che lo detesto”. Il fatto di non aver sulla bocca queste parole di odio, era un conforto. Talvolta vedevo arrivare un guerrigliero crudele e spaventoso. Veniva a sedersi davanti a me ed io era capace di sorridergli. L’amore è necessario. Ho cominciato un cammino di perdono. Sono riuscita a perdonare, e non solo ai miei sequestratori. Ho perdonato anche quelli che erano prigionieri con me, con i quali talvolta ci sono stati momenti difficili. Ho perdonato quei miei amici che non si sono ricordati di noi, quelle persone sulle quali si fa affidamento e che sono mancate; quelle persone che amavo e che hanno detto delle cose orribili, come, ad esempio, che la prigionia me l’ero cercata. Oggi credo più profondamente che possiamo cambiare il mondo perché io stessa sono stata trasformata. Ma, in questo mondo di dominio e di possesso, so come è nel cuore che si generano i cambiamenti essenziali. La pace, che sogniamo, sarà possibile il giorno in cui ci sarà un atteggiamento diverso nei cuori”. Ma bisogna lasciarsi trasformare.