Commento al Vangelo del giorno: 27 Gennaio 2017 – Si da soltanto quello che si ha

Il Vangelo di oggi: Mc 4,26-34
Diceva: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra». Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.
Commento al Vangelo del giorno:
Siamo esortati a perseverare nella fede. Ricevere la luce di Cristo può esporci a una «lotta grande e penosa» (Eb 10,32), poiché è una luce che il mondo non può accogliere. Ma il seme gettato nei nostri cuori non tarderà a fiorire secondo i disegni di Dio. Per questo abbiamo bisogno di perseveranza, di rinvigorire la nostra fede con la preghiera e l’abbandono alla volontà di Dio.
Bisogna passare attraverso il deserto e dimorarvici, per ricevere la grazia di Dio: è là che ci si svuota, che si scaccia da noi tutto ciò che non è Dio e che si svuota completamente questa piccola casa della nostra anima per lasciare tutto il posto a Dio solo… Gli ebrei dimorarono nel deserto; Mosè vi visse prima di ricevere la sua missione; san Paolo, uscito da Damasco, andò a passare tre anni in Arabia; anche san Gerolamo e san Giovanni Crisostomo si prepararono nel deserto. È indispensabile… È un tempo di grazia… È un periodo attraverso il quale ogni anima che vuole portare frutti deve necessariamente passare… Le sono necessari questo silenzio, questo raccoglimento, questo oblio di tutto il creato in mezzo ai quali Dio pone in essa il suo regno e forma in essa lo spirito interiore… La vita intima con Dio… La conversazione dell’anima con Dio nella fede, nella speranza e nella carità… Più tardi l’anima produrrà frutti esattamente nella misura in cui si sarà formato in essa l’uomo interiore…
,Se questa vita interiore è nulla, per quanto si abbia zelo, buone intenzioni e tanto lavoro, i frutti sono nulli; si tratta di una sorgente che vorrebbe dare la santità agli altri ma che non può, perché non l’ha; si dà soltanto quel che si ha, ed è nella solitudine, in questa vita, soli con Dio solo, in questo raccoglimento profondo dell’anima che dimentica tutto il creato per vivere solo nell’unione con Dio, che Dio si dà tutto intero a colui il quale si dà anch’egli tutto iutiero a lui.