Commento al Vangelo del giorno – 27 Ottobre 2016 – Dio di tenerezza
Il Vangelo di oggi: Lc 13,31-35
In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere ». Egli rispose: «Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».
Commento al Vangelo di oggi:
San Paolo ci esorta a stare saldi nel Signore, ad afferrare «lo scudo della fede» (Ef 6,16), perché possiamo resistere nelle difficoltà esteriori e interiori in cui ci possiamo trovare nel nostro cammino di credenti. Gesù ci ha indicato la via della fedeltà al Padre e quanto stretta sia a volte questa via. Il Signore stesso ci sosterrà nel cammino con il dono della fede, della speranza e della carità.
Gesù non ha paura di quel furbastro di Erode. Non ragiona allo stesso modo, vive in un’altra dimensione. Erode è un politico: calcola; esercita il potere, si sente Dio. Gesù no, lui è Dio e il suo potere è l’amore. Deve compiere un gesto, l’ultimo, il più drammatico e scandaloso, il dono di sé definitivo e sconcertante. Lo farà per amore, lo farà perché Gerusalemme – e noi – siamo duri di cuore, incontentabili, duri di cervice e non sappiamo riconoscere la visita di Dio e se la riconosciamo, obiettiamo che questo Dio non ci aggrada. Quando capiremo chi è davvero Dio? Quando la smetteremo di immaginarlo nelle nuvole, severo e corrucciato, divinità da rispettare così troppo simile alle odiose divinità pagane fantasma dell’inconscio umano? Dio è una chioccia che voleva raccoglierci sotto le sue ali, Dio di tenerezza e di misericordia, senza malizia, e che ora è disposto a morire per manifestare la sua vera natura. Dio è evidente, ora, steso, manifesto, appeso nudo su una croce. Questa è la misura dell’amore di Dio per me, per voi. Farne memoria, amici, significa riempire di commozione questa giornata, sapersi così amati, sul serio, non come una vaga consolazione autoreferente, ci cambia dentro, ci sconvolge, vero?