Commento al Vangelo del giorno: 3 Dicembre 2016 – Pregare
Il Vangelo di oggi: Mt 9,3510,1.6-8
Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d’infermità. Rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele e strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
Commento al Vangelo di oggi:
Signore Gesù, hai insegnato ai tuoi discepoli a distribuire in ogni città le ricchezze del Padre che è nei cieli. Siamo sicuri che Tu ci aiuti nella missione di ogni cristiano: convincere senza fare proselitismo fanatico, sovvertire la storia senza essere rivoluzionari violenti, migliorare la società senza essere politici venerati, risanare i cuori senza essere medici ben pagati. Per intercessione di Maria, tua Madre, «spiega la potenza del tuo braccio».
C’è un vuoto, uno smarrimento, di cui Gesù decide di farsi carico e invita i suoi discepoli a fare altrettanto: “Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!”. In questo mondo pieno di messaggi spesso c’è il vuoto di Dio nel cuore dell’uomo, un vuoto che si può colmare con la preghiera, perché pregare non è dire delle belle parole, ma innanzitutto amare e stare con Dio, come ben richiama il santo curato d’Ars: “… Se voi pregate ed amate, ecco, questa è la felicità dell’uomo sulla terra. La preghiera nient’altro è che l’unione con Dio. Quando qualcuno ha il cuore puro e unito a Dio, è preso da una certa soavità e dolcezza che inebria, è purificato da una luce che si diffonde attorno a lui misteriosamente. In questa unione intima, Dio e l’anima sono come due pezzi di cera fusi insieme, che nessuno può più separare. Come è bella questa unione di Dio con la sua piccola creatura! È una felicità questa che non si può comprendere. Noi eravamo diventati indegni di pregare. Dio però, nella sua bontà, ci ha permesso di parlare con lui. La nostra preghiera è incenso a lui quanto mai gradito. Figliuoli miei, il vostro cuore è piccolo, ma la preghiera lo dilata e lo rende capace di amare Dio. La preghiera ci fa pregustare il cielo, come qualcosa che discende a noi dal paradiso. Non ci lascia mai senza dolcezza. Infatti è miele che stilla nell’anima e fa che tutto sia dolce. Nella preghiera ben fatta i dolori si sciolgono come neve al sole. Anche questo ci dà la preghiera: che il tempo scorra con tanta velocità e tanta felicità dell’uomo che non si avverte più la sua lunghezza”. Pregare è amare al di là del tempo è raggiungere anche chi non vuole credere e non sa amare. Il Signore farà il resto.