Commento al Vangelo del giorno: 31 Gennaio 2017 – La potenza della sua bontà

Il Vangelo di oggi: Mc 5,2143 (forma breve)
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare
Commento al Vangelo di oggi:
Gesù loda la fede della donna che lo ha toccato con la certezza di essere guarita, perché è così che egli vuole essere avvicinato e cercato. Da Gesù esce una forza (cf Mc 5,30) che risana il corpo e lo spirito, un’acqua viva che dà vita a quanti ne bevono (cf Gv 7,38). Per questo non cessa di chiamare a sé tutti coloro che sono stanchi e oppressi, perché in lui trovino ristoro (cf Mt 11,28).
La donna del brano evangelico rappresenta tutti coloro che portano impresse nel loro corpo le piaghe della sofferenza. Gesù passa e con la potenza della sua bontà porta conforto a tutti quelli che lo vogliono toccare, che desiderano avvicinarsi all’ombra della sua potenza con una fede semplice e sincera. Il volto di questa donna e segnato non solo dal dolore fisico ma anche dalle rughe della cattiveria umana: in tanti ha cercato salvezza e da questi si è trovata a sua volta dissanguata. Non gli resta che il lembo di un mantello, toccare l’estremità dell’infinita misericordia divina. Gesù si ferma: non importa se è atteso nella casa di uno dei capi della sinagoga; per lui non ci sono scale gerarchiche. Ogni volto, ogni nome, qualsiasi miseria gli interessa: tutti devono e possono beneficiare della sua presenza. “Chi mi a toccato…Ti voglio vedere, guardare, conoscere”. Gesù e il Signore che guarda negli occhi la sua creatura, la vuole rassicurare, accarezzare con la dolcezza della sua voce: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male».