Commento al Vangelo del giorno: 5 Gennaio 2017 – Seguimi

Il Vangelo di oggi: Gv 1,43-51
Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: «Seguimi». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth». Natanaèle esclamò: «Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci? ». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo».
Commento al Vangelo del giorno:
Un modo di dare la vita è di amare i propri fratelli come sono e fino alle estreme conseguenze, fino alla morte, se necessario; dare la vita perché gli altri vivano più e meglio di noi; sopportare la mancanza di carità degli altri, senza giudicarli; amare come Dio ci ama e fino in fondo. Per avere la forza di questo eroismo è indispensabile vivere l’amicizia con Cristo.
“Da Nàzaret può mai venire qualcosa di buono?”, come a dire che sotto il sole tutto resta sempre uguale. Niente di tanto falso. Ricordo il Card. Francois Xavier Noiyèn Vari Thuan. Era vescovo a Saigon nel Vietnam. Venne imprigionato per la sola ragione che era vescovo cristiano e confinato in un carcere “duro”, del tutto isolato dalla sua Diocesi e sottoposto ogni giorno a indottrinamento dell’ateismo. Andando in prigione chiese una “medicina” necessaria per la sua salute: ossia una bottiglia di vino, che gli fu concessa. Visse in una cella con la compagnia dei carcerieri. Ma lui si sentiva missionario, legatissimo alla sua Diocesi, predicando il Vangelo così. Ogni giorno, a sera, quando sapeva di non essere osservato, si metteva in ginocchio, versava tre gocce di vino sul palmo della mano e con un pezzettino di pane, che risparmiava dalla mensa, celebrava la S. Messa. Incredibile! Il suo esempio non sfuggì ai suoi carcerieri che lentamente si convertirono, chiedendo di essere battezzati e partecipando
sua Messa con gioia.