Commento al Vangelo del giorno: lunedì 19 Settembre – La Parola brilla e fa brillare
Il Vangelo di oggi: Lc 8,16- 18
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».
Contemplo: L’occhio cattivo
Superbia dell’uomo
La superbia consiste nel pretendere di dover dominare il mondo, le persone, la storia, di volere che tutto vada secondo il nostro modo di vedere, nel credere di essere importanti, di valere molto. E’ la tentazione più profonda dell’uomo: mettersi al posto di Dio, sostituirsi al suo giudizio.
Il tarlo dell’invidia
L’occhio cattivo è guardare con invidia gli altri, è addolorarsi perché altri sono più lodati di me. L’occhio cattivo è la radice di quella passione terribile che rode talora tutta un’esistenza. Anziché vivere la lode e la gratitudine del Signore per le meraviglie che compie nei fratelli, per i doni che fa al nostro prossimo, ci sentiamo vittime, ci sentiamo offesi per chi ha più di noi.
Commento al Vangelo del giorno:
“….Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere….”
La Parola brilla e fa brillare, accende i cuori, gli occhi, i volti. Ma per mille motivi possiamo essere tentati di nasconderla: ci diciamo che è solo per difenderla dal vento, per ripararla dalla pioggia; chissà se ci crediamo veramente. Avessimo fede lo sapremmo: la Parola non teme nulla, mai potrà spegnersi la buona notizia di un Dio che non ci lascia soli, che ci ama follemente; basta un filo d’erba secca e divamperà l’incendio. Può però affievolirsi e questo accade proprio quando la nascondiamo, rigirandola nel cuore ma non sopra le labbra, pensandola ma senza raccontarla. Ha bisogno di orecchie come di praterie in cui correre e di occhi come mari da navigare, di labbra come navi. Cantata, proclamata, letta, sussurrata, comunque condivisa. Deve poter passare da cuore a cuore.