Commento al Vangelo del giorno: Martedì 07 Giugno – Entrare nelle vie di Dio
Il Vangelo di oggi: Mt 5,13-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Contemplo:
Sei un Dio dal cuore tenero:
Come un pastore che abbandona le pecore al sicuro per andare in cerca di quella smarrita. Come una donna che spazza con cura la sua casa per trovare la moneta smarrita. Come un padre che va incontro al figlio anche se questi ha dilapidato metà dei suoi beni.
Così sei tu, o Dio. Lo so che a molti non piace che tu vada in cerca, che sia tu a muoverti. Ti vorrebbero inchiodato sullo scranno del giudice, o minaccioso sulla porta di casa, o severo o accigliato all’ingresso del tempio.
Ma tu, sei un Dio dal cuore tenero, un Dio dal cuore di Padre, che vuole affrettare la riconciliazione, che non sopporta la vista del nostro pentimento, che vuole subito ristabilirci nella nostra dignità.
Commento al Vangelo del giorno:
“La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati, ma di essere potenti ogni oltre limite. E’ la nostra luce, non la nostra ombra, a spaventarci di più. Siamo figli di Dio. Siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è in noi. E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere, inconsapevolmente diamo agli altri la possibilità di fare lo stesso”.
Queste parole di Nelson Mandela sono il migliore commento al Vangelo di oggi, con la chiamata ad essere sale e luce del mondo. Si tratta di affidarsi alla parola che ci chiama ad uscire da noi stessi per entrare nelle vie di Dio, non lasciandoci bloccare dai nostri limiti e dalla misura delle nostre possibilità, ma confidando, come la vedova di Sarepta, in Dio, che può moltiplicare quel poco che siamo e che abbiamo.