Vangelo di oggi

Commento al Vangelo del giorno: Mercoledì 11 Maggio 2022 – La nostra chiamata

Il Vangelo di oggi: Gv 13,16-20

CHIAMATA DI DIO

Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

Contemplo:

L’amore di Maria, la carità di Cristo:
Questa è la logica della carità: non c’è un amore di Dio che sta in sé e per sé e un amore del prossimo che si aggiunge dopo. Si ama Dio, si ama Cristo, aprendosi al movimento della carità, che procede da Dio: dunque, aprendosi alla missione. Ciò che deve valere per ogni discepolo del Signore, per ogni vocazione o carisma, vale anche per Maria. Ma in modo unico, misurato sulla singolarità del suo rapporto con Cristo: la più profondamente legata a Lui e la più universalmente legata a noi. Se nessuno più della madre di Cristo potè essere vicina a lui accogliendolo nella fede e nella carità, nessuno più di lei potrà essere universalmente vicino agli uomini, che la carità di Cristo ricerca e salva.

Commento al Vangelo del giorno:

Gesù conosce quelli che ha scelto e inviato. Noi possiamo rispondergli, nelle varie fasi della vita: si o no! Così è successo agli apostoli, a Giuda, a Davide. Chi risponde si alla vocazione, affidatagli da lui, può diventare servo e beato nell’umiltà. Chi accoglie il servo e l’inviato accoglie Gesù, che è Io sono, il Figlio di Dio, e in lui accoglie il Padre. Se “il padrone”, colui che invia è Dio, quanto grande sarà, nella sua piccolezza, il servo e l’inviato! E’ la grandezza dell’essere creatura amata, che può cantare la fedeltà del Signore lungo la storia, e dell’essere Figlio del Padre in Cristo, primogenito. Riconosciamo, oggi, la nostra chiamata e la nostra missione, vivendola cantando l’amore del Signore, magnificandolo nel nostro essere suoi servi e figli.

   

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