Emarginati, come li gestiamo?

“…è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dall’accampamento ……” (Lv 13,1- 2.45-46)
Per noi è difficile comprendere cosa volesse dire essere lebbrosi a quel tempo. La lebbra non era soltanto considerata una malattia fisica: colui che la contraeva era considerato come un morto vivente e veniva tagliato fuori dalla società, veniva escluso dalla vita della comunità, doveva vivere fuori dal paese e lontano da tutti. Per questo, anche la presunta guarigione andava vagliata dal sacerdote e attestata pubblicamente: solo così il malcapitato poteva tornare alla vita normale. Oggi i tempi sono cambiati, eppure quante situazioni ci sono ancora di emarginazione e di non accettazione? Ci sono oggi anche tante categorie di persone che vengono tagliate fuori dalla società o ignorate. Non si tratta solo degli stranieri o degli extracomunitari, ma anche degli anziani, degli ammalati, dei poveri…Qual è il nostro rapporto con queste persone?