I fianchi cinti, le lucerne accese
Tra di noi la concordia [che esisteva al tempo degli apostoli] è talmente diminuita, che è venuta meno anche la generosità nel nostro agire. A quel tempo vendevano case e campi e, per assicurarsi un tesoro in cielo, offrivano agli apostoli il ricavato della vendita dei loro beni perché fosse distribuito ai poveri. Ora, invece, non diamo nemmeno le decime del nostro patrimonio e mentre il Signore comandava di vendere, noi piuttosto compriamo e accresciamo i nostri averi. Così in noi la vitalità della fede si svigorisce, così viene meno la forza dei credenti e per questo il Signore, guardando ai nostri tempi, dice nel suo vangelo: Il Figlio dell’uomo quando verrà, pensi che troverà la fede sulla terra? (Lc 18,8) … Fratelli amatissimi, riprendiamoci per quanto possiamo, mettiamo fine al sonno di una pigrizia che dura da tempo, vegliamo per osservare e adempiere i precetti del Signore. Comportiamoci come egli ha comandato: I vostri fianchi siano cinti, le lucerne accese, e voi siate simili a coloro che attendono il padrone di ritorno dalle nozze in modo che quando giunga e bussi, gli si apra. Beati quei servi che il Signore al suo arrivo troverà vigilanti (Lc 12,35-37). Dobbiamo restare con i fianchi cinti perché il giorno della partenza non ci trovi ostacolati e impacciati. La nostra luce risplenda e brilli nelle nostre opere buone e illumini il cammino che dalla notte di questo mondo porta alla luce dell’eterno splendore. Attendiamo con zelo e vigilanza la venuta improvvisa del Signore in modo che quando egli busserà, la nostra fede sia vigilante, pronta a ricevere da lui il premio per la nostra vigilanza. Se osserviamo questi comandamenti, se custodiamo questi ammonimenti e precetti, non possiamo essere sorpresi nel sonno per inganno del demonio. Regneremo come servi vigilanti del Cristo Signore.
Cipriano di Cartagine, L’unità della chiesa 26-27