La schiettezza e la semplicità di cuore di Cristo si concretizzarono in un rifiuto radicale di fronte al male. Cerchiamo di risentirne l’evento. Che significa il no di Cristo? Quale suono può aver avuto la sua voce? «Tu, traditore, vuoi che io tradisca i disperati e i diseredati. Vuoi che mi renda facile la vita, abusi della mia potenza, mi disperda nell’esteriorità. Tu vuoi che io mandi in rovina tutto ciò per cui vale la pena vivere. Vuoi che io non sia l’amico degli oppressi, che mi senta grande, significativo, importante in mezzo ai calpestati. Vuoi che non parli più a coloro che si sentono soli, che ottenga successo in questo mondo miserabile, che non prenda su di me la solitudine degli uomini. Tu vuoi che non gridi al mondo: Mio Dio, perché mi hai abbandonato? Ma proprio per esprimere questo, questa parola misteriosa ed eternamente incomprensibile per gli uomini, appunto per questo son venuto nel mondo. In questo grido, divenni fratello di tutti gli uomini… non voglio nessun successo, ma il cuore degli uomini. Penetrerò nella miseria dell’esistenza umana, farò saltare dall’interno la sua angustia. Donerò un’insperata speranza proprio a quelli che sono miseri e disprezzati. Nessuna potenza mi attira. Non voglio trasformare il mondo in una baracca di giocolieri. Per un pezzo di pane, non tradirò un uomo perduto. Conosco la mia sorte… soccomberò; il mio futuro è la croce, senza la quale il mondo non avrebbe più nessuna speranza. Se ora non resisto alla mia fame – d’amore umano e di cibo corporale – se in questo momento abbandono quella grandezza che per me significa la miseria dell’umanità, gli uomini allora.., non avrebbero più nessuno. Perciò ti dico: no! «Ogni uomo deve incontrare un giorno, forse solo nella morte, la bontà ardente e la grandezza di Cristo».
(Boros, Nella tentazione, Queriniana).