Il peccato
“I peccatori sono intorpiditi come serpenti in inverno”. (Santo Curato d’Ars)
Il peccato è una specie di cancro che distrugge la vita spirituale. Un morbo da cui tutti siamo affetti. L’unico modo per combatterlo è riconoscerlo e ammettere la sua nefasta presenza. Si parla poco del peccato, si è indulgenti con esso, si convive con la sua presenza. Ma cos’è il peccato? Cercherò di spiegarvelo con delle immagini. Esso viene rappresentato giovane, cieco, nudo e nero. Cammina per sentieri scoscesi, rapidi e distorti. Una serpe gli cinge i fianchi e un verme, posto sul lato sinistro, gli rode il cuore. Lo si dipinge giovane e cieco per indicare l’imprudenza e la cecità di chi lo commette. Cammina su sentieri distorti per indicare la trasgressione e il deviare dal bene. E’ nudo e nero perché, non dimentichiamolo mai, il peccato spoglia dalla Grazia e ci priva del candore della virtù. Ancora: i sentieri scoscesi che percorre indicano il pericolo di precipitare a causa dell’incertezza della morte che, senza pentimento e dolore, lo fanno precipitare verso l’inferno. La serpe che cinge i fianchi indica chiaramente la signoria del diavolo, nostro nemico, che cerca costantemente di ingannarci con finte apparenze di bene. Infine il verme indica, secondo una certa tradizione teologica, la coscienza che rode e stimola l’anima peccatrice. Non dimentichiamoci mai che il peccato distrugge l’uomo che Dio ha creato e ama; incrina e rompe il dialogo tra il creatore e la sua creatura; offende Dio non tanto nel Suo onore, quanto nel Suo amore. Il Santo Curato d’Ars era solito servirsi di questa significativa rappresentazione: “Quando ci abbandoniamo alle nostre passioni, intrecciamo spine attorno al nostro cuore”.
Questo giovane cieco e nero lo possiamo incontrare ad ogni angolo della strada e spesso diventa nostro compagno di viaggio, convive con noi e diventa padrone nella nostra stessa casa. A noi riconoscerlo e allontanarlo dalla nostra vita.
don Luciano Vitton Mea