Vangelo di oggi

IL VANGELO DEL GIORNO – giovedì 1 Giugno

Mc 10,46-52 Rabbunì, che io veda di nuovo!

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il fi￾glio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sede￾va lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché taces￾se, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salva￾to». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Parola del Signore

Contemplo

Amate il Signore, luce della vita! Amate dun￾que Cristo. Desiderate quella luce che è Cristo. Se quel cieco desiderò la luce del corpo, quan￾to più voi dovete desiderare la luce del cuore! A lui leviamo il nostro grido non tanto con la voce del corpo quanto con il nostro retto agire. Cerchiamo di vivere santamente, ridimensio￾niamo le cose del mondo. Ciò che è effimero sia come nulla per noi [….] La nostra stessa vita sia come un grido lanciato verso Cristo. Egli si fermerà, perché in effetti egli sta, im￾mutabile.

(sant’Agostino, Discorso 349,5)

Commento al Vangelo di oggi

La condizione di cecità ha un significato pre￾gnante nei Vangeli. Rappresenta l’uomo che ha bisogno della luce di Dio, la luce della fede, per conoscere veramente la realtà e camminare nella via della vita. Essenziale è riconoscersi ciechi, bisognosi di questa luce, altrimenti si rimane cie￾chi per sempre (cfr Gv 9,39-41). Bartimeo [….] non è cieco dalla nascita ma ha perso la vista: è l’uomo che ha perso la luce e ne è consapevole, ma non ha perso la speranza, sa cogliere la pos￾sibilità di incontro con Gesù e si affida a lui per essere guarito. [….] Bartimeo rappresenta l’uomo che riconosce il proprio male e grida al Signore, fiducioso di essere sanato. La sua invo￾cazione, semplice e sincera, è esemplare, e infatti – come quella del pubblicano al tempio: “O Dio, abbi pietà di me peccatore” (Lc 18,13)- è entrata nella tradizione della preghiera cristiana. Nell’incontro con Cristo, vissuto con fede, Barti￾meo riacquista la luce che aveva perduto, e con essa la pienezza della propria dignità: si rialza in piedi e riprende il cammino, che da quel momen￾to ha una guida, Gesù, e una strada, la stessa che Gesù percorre. L’evangelista non ci dirà più nul￾la di Bartimeo, ma in lui ci presenta chi è il di￾scepolo: colui che, con la luce della fede, segue Gesù “lungo la strada”.

(Benedetto XVI – Santa Messa di chiusura del Sinodo dei vescovi, 28 ottobre 2012)

   

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