Vangelo di oggi

Il Vangelo del giorno – Giovedì 14 marzo

Vangelo di Giovanni 5, 31-47

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. […]»

Contemplo:

Gesù, la Sapienza incarnata, è bello, dolce e caritatevole! La Sapienza è bella nell’eternità, perché splendore del Padre, specchio tersissimo e immagine della sua bontà, più bella del sole e più lucente della stessa luce.
È bella nel tempo, perché formata dallo Spirito Santo; pura, senza peccato, e bella senza difetto, perché, durante la vita, ha abbagliato gli occhi e i cuori degli uomini; perché oggi è gloria degli angeli; tenera e dolce verso gli uomini, specialmente verso i poveri peccatori, è venuta a cercarli in modo visibile sulla terra e, ora, tutti i giorni in modo invisibile.
Non si deve immaginare che, oggi, perché glorioso e trionfante, Gesù sia meno dolce e condiscendente. Tutt’altro! La sua gloria perfeziona, in certa maniera, la sua dolcezza. Egli desidera non tanto di apparire, quanto di perdonare; non tanto di ostentare le dovizie della gloria, quanto quelle della misericordia.

Commento al Vangelo di oggi:

Durante la sua vita terrena, Gesù non ha mai ricercato il facile consenso delle folle; fedele a se stesso, non ha temuto di compromettersi completamente, anche a costo di perdere la vita, donandola totalmente per amore.
In maniera evidentemente contraria, invece, i giudei aspirano a ricevere gloria gli uni dagli altri, ricercano la falsa grandezza, divenendo, così, ostili alla persona di Cristo. La gloria umana, però, è destinata ad appassire prima o poi, come un bellissimo fiore che alla sera sfiorisce.
La gloria di Dio dura in eterno e nobilita l’uomo. Coloro che la ricercano sopra ogni cosa accrescono la loro sapienza, poiché Dio rende partecipe della sua gloria coloro che lo riconoscono e lo scelgono come riferimento costante della loro esistenza.

 

   

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