Il Vangelo del giorno – Giovedì 16 novembre

Vangelo: Lc 17, 20-25
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
Contemplo:
Tutti soffrono in questo mondo: sia che si creda in Dio, sia che lo si respinga. Ma nel salterio il dolore diventa relazione, rapporto: grido di aiuto che attende di intercettare un orecchio che ascolti. Non può rimanere senza senso, senza scopo. Anche i dolori che subiamo non possono essere solo casi specifici di una legge universale: sono sempre le «mie» lacrime. Pensate a questo: le lacrime non sono universali, sono le «mie» lacrime. Ognuno ha le proprie.
Le «mie» lacrime e il «mio» dolore mi spingono ad andare avanti con la preghiera. Sono le «mie» lacrime che nessuno ha mai versato prima di me. Sì, tanti hanno pianto, tanti. Ma le «mie» lacrime sono le mie, il «mio» dolore è mio, la «mia» sofferenza è mia.
(…) Quando noi vogliamo consolare qualcuno, non troviamo le parole. Perché? Perché non possiamo arriva-re al suo dolore, perché il «suo» dolore è suo, le «sue» lacrime sono sue. Lo stesso è di noi: le lacrime, il «mio» dolore è mio, le lacrime sono «mie» e con queste lacrime, con questo dolore mi rivolgo al Signore.
Commento al Vangelo di oggi:
Il Regno dei cieli, non è mai qualcosa di appariscente e di eclatante; è simile invece alla brezza del mattino, a un piccolo seme, a una manciata di lievito. Nel Vangelo di oggi i farisei vogliono sapere quando verrà il Regno di Dio, ma il Regno di Dio “non viene in modo da attirare l’attenzione”.
Gesù nel brano evangelico di quest’oggi ci mette in guardia da una mentalità rigida e meschina: l’idea che il suo Regno possa essere delimitato in un tempo e in un luogo preciso. Ma per scorgere l’agire di Dio dobbiamo cambiare mentalità e assumere occhi nuovi che sanno scorgere nelle pieghe quotidiane della nostra povera esistenza una presenza: il Regno non conosce né tempo né luogo perché è sempre presente in mezzo a noi, nel nostro cuore e nel volto di chi ci sta accanto.
Sì, il Regno è presente negli occhi innocenti di un bambino, nello sguardo di due innamorati, nel volto rugoso di un anziano. Sono le mani sporche di un povero che ci parlano di un Regno già presente in mezzo a noi, sono i gemiti di un malato che ci parlano di una presenza nascosta. In altre parole il Regno di Dio è il calendario della nostra vita con tanti semi, volti e sogni da sfogliare.