Il Vangelo del giorno – Giovedì 18 aprile
Vangelo di Giovanni 6, 44-51
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre.
In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Commento al Vangelo di oggi:
Gesù, Sapienza discesa dall’alto, si fa conoscere con gradualità rivelando la sua relazione unica con il Padre.
Ai suoi interlocutori, a noi, egli dice che credere in lui non è frutto della nostra intelligenza o capacità, ma puro dono del Padre, il quale attira a sé e indica il Figlio come guida sulla via della vita.
Gesù rende visibile e udibile la Parola di Dio. Dal suo volto d’uomo, dalle sue parole ci è dato di nutrirci di un pane vivo, capace di dare una vita che non muore, pegno della risurrezione del nostro corpo.
Questo pane è la carne stessa di Gesù nel suo donarsi per la vita del mondo. Ascoltando da Filippo la spiegazione del passo di Isaia sul servo sofferente che come pecora è condotto al macello, un funzionario etiope crede nel Crocifisso risorto e trova la gioia della vita.
Contemplo:
La vita dei predicatori risuona e arde. Risuona con la parola e arde con il desiderio. Dal bronzo incandescente si sprigionano delle scintille, perché dalle loro esortazioni escono parole infuocate che giungono alle orecchie di chi ascolta.
Giustamente le parole dei predicatori sono chiamate ‘scintille’, perché incendiano il cuore di quelli che esse colpiscono. È da notare che le scintille sono molto sottili e delicate, perché quando i predicatori parlano della patria celeste, più che aprire i cuori con le parole, li fanno ardere di desiderio.
Dalla loro lingua giungono a noi come scintille, perché dalla loro voce si può conoscere della patria celeste appena qualche cosa di lieve, che però essi non amano lievemente.
La divina bontà tuttavia fa sì che queste minutissime scintille accendano una fiamma nel cuore di chi ascolta. Poiché ci sono taluni che, ascoltando poche parole, si riempiono d’un grande desiderio e bastano tenuissime scintille di parole a farli ardere d’un purissimo amore di Dio.